L’adolescenza nella generazione 2.0


L'adolescente di oggi guarda al futuro e mai al passato, teme la noia e la vergogna, fa della creatività uno strumento di crescita

L'adolescente di oggi guarda al futuro e mai al passato, teme la noia e la vergogna, fa della creatività uno strumento di crescita. È spavaldo e temerario, delicato e fragile, in tutto diverso dai ragazzi degli scorsi anni. Non è stato allevato in un modello educativo rigido e autoritario, ma al contrario, ha vissuto un'infanzia privilegiata e fatica a lasciarla.

L’adolescenza è tradizionalmente considerata un periodo critico dello sviluppo. E’ necessario però constatare che essa rappresenta una fase determinata culturalmente, soggetta a dilatazioni nel tempo. Questo periodo è diventato un passaggio di vita sempre più lungo e protratto, e sempre più vissuto come momento difficile e rischioso. Si ritiene che, per approdare alla vita adulta, ogni giovane debba affrontare e superare dei compiti evolutivi specifici quali la separazione dalla famiglia, la consapevolezza di avere un corpo nuovo, la formazione di nuovi ideali e valori, l'assunzione di un ruolo nel gruppo e nella società; avere nuove prospettive e obiettivi, che consentono di riorganizzare il proprio assetto mentale ed affettivo, acquisendo nuove immagine di sé.

L’inizio dell' adolescenza è tradizionalmente datato dai 12-13 anni, ma è difficile definirne la fine: tale difficoltà è relativa all’incidenza dei fattori socio-culturali su questa fase di vita, in continuo mutamento.

Con l'adolescenza cambia la percezione del mondo intorno e dentro di sé, cambia il corpo e cambiano sicuramente le relazioni. Le emozioni si moltiplicano e si complicano, tra le scoperte, le avventure e le insidie delle relazioni che confondono.

L’adolescenza nella nostra cultura ha la caratteristica di essere una condizione esistenziale di attesa all'interno di una struttura sociale inadeguata a sostenerla e quindi a una condizione esistenziale difficile da gestire e quindi da superare.In questo periodo si presenta una modificazione improvvisa del corpo con un conseguente cambiamento dello schema corporeo e dell’immagine che il soggetto ha di sé. Questo cambiamento fisico, vissuto come “estraneazione”, determina anche un passaggio da un pensiero operativo-concreto ad uno astratto-deduttivo. In questo modo, il giovane cerca di collocarsi in modo originale rispetto sia agli adulti che ai bambini.Qui la domanda che tutti gli adolescenti si pongono: “chi sono io?”.

I ragazzi cercano una propria identità, tentando di differenziarsi dagli altri, dai bambini, ma soprattutto dagli adulti, in cui non si riconoscono. E quindi gli adulti che si chiedono : “chi sei tu?” Il rapporto con i genitori si carica spesso di tensioni: se da un lato c'è l’adolescente che cerca l' individuazione, l'affermazione di sé come diverso e quindi il bisogno di autonomia dalle figure del contesto familiare, dall’altro in lui c'è un bisogno di appartenenza, creando una forte ambivalenza.

Entra qui in gioco la crisi tra l'adolescente e i genitori. Come aiutarli?

Il colloquio con l’adolescente da parte di un professionista quindi può aiutare e funzionare solo se ci si allontana da una domanda di cura e da un’idea di malattia; l’adolescente deve essere considerato non come paziente, ma come una persona che ha un problema e che, sulla base di una libera scelta, decide attivamente di parlarne con una persona competente. Seguendo queste premesse, il sostegno psicologico si configura dunque come la modalità ideale di colloquio e di ascolto con l’adolescente, in quanto è un intervento breve nel tempo, che riconosce all’adolescente un ruolo attivo, che presuppone un rapporto alla pari con l’adulto e che promuove le capacità decisionali e relazionali.

Fortunatamente si sta lentamente diffondendo nel paese una cultura dell’adolescenza, così come è successo per l’infanzia. In Italia la cultura dell’infanzia è buona e la scuola è molto informata sulla psicologia, lo sviluppo e le problematiche dei bambini. Oggigiorno si sta sviluppando quella sull’adolescenza: gli adolescenti sono diventati protagonisti nei programmi televisivi in prima serata e sorreggono l’editoria.

Come scrisse Erikson, psicologo dell' età evolutiva: "Il processo di formazione dell' identità ė il fenomeno più significativo dell' esistenza", ciò avviene in questo delicato periodo, quindi l' adolescenza ė un periodo estremamente importante ed essenziale della vita di ognuno.

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Ernestina Fiore

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