LABICO: IL COMUNE ATTIVA UN CENTRO DI ASCOLTO E …

di Cinzia Marchegiani

Labico (RM) - Era nell’aria! Un evento che arricchisce questo Natale è l’apertura del centro di ascolto di mediazione familiare, dedicato non solo alle coppie che stanno affrontando una separazione, ma al benessere della famiglia che spesso si trova in difficoltà nei rapporti e nella gestione degli affetti, crisi profonde che non riescono ad essere gestite e affrontate nella solitudine e nel silenzio.

L’annuncio dell’attivazione di questo importante sportello messo a disposizione nel comune di Labico e la disponibilità dei mediatori familiari A.i.M.E.F. è stato comunicato con quel pizzico di orgoglio alla giornata di studio “Famiglia-Scuola-Minori, un rapporto complesso” dall’Assessore alla Pubblica Istruzione, Cultura e Spettacolo, Nadia Teresa Ricci lo scorso 14 dicembre nella Sala Degli Affreschi di Palazzo Giuliani.

Il Sindaco, Alfredo Galli partecipando al convegno in agenda a Zagarolo nel mese di ottobre “Mediazione Familiare e alla Gestione del Conflitto e Sostegno alla Bigenitorialità” subito si era reso disponibile per attivare questo percorso che rappresenta il contributo essenziale alla crescita personale di ogni genitore e contemporaneamente impegna le istituzioni nell’accogliere ed essere preparati alle nuove tematiche familiari che entrano di prepotenza anche nella quotidianità delle scuole e nelle competenze istituzionali stesse. Il Sindaco che ha ospitato il convegno nella sua città, spiega dopo i saluti istituzionali questa decisione:” Conferendo con il professor Marcello Severoni ho conosciuto e apprezzato il ruolo dei Mediatori Familiari che si è trasformato completamente negli ultimi anni. Ho sempre pensato che la famiglia è il più piccolo stato della società, se si sgretola, è compromesso l’anello più debole, i figli. Figli che tralasciati e contesi in dispute ma anche in disattenzioni, trasportano all’interno della società d’appartenenza, tutte le proprie problematiche acquisite.”

Il perno fondamentale di questa giornata di studio è il professor Marcello Severoni, Sociologo e Criminologo all’Università La Sapienza di Roma, le sue esperienze importanti della carriera personale sono indispensabili e la guida in questo gruppo di lavoro che ha formato con le  colleghe presenti al convegno.  Il suo intervento ha sdoganato e amplificato questo malessere generazionale che sta mutando la struttura della nostra società:”Da alcuni anni ormai è molto forte  il dibattito  sui diritti dei bambini, sul loro disagio e sul sistema educativo. E’ dovere degli adulti, porre condizioni di rispetto e protezione nei riguardi del bambino e dell’adolescente. Il compito di creare tali condizioni non dipende solo dalla famiglia, ma anche dalla scuola e dalle istituzioni tutte, comprese quelle politiche del territorio. Le suddette agenzie, comprese le forze dell’ordine, dovrebbero dettare i valori e il significato della vita sociale. Oggi il rapporto che hanno i bambini e i giovani con la famiglia e gli insegnanti è basato su una comunicazione difficile, difficoltosa e faticosa. In una società dinamica e in continua trasformazione, sia culturalmente che tecnologicamente, le due principali agenzie di socializzazione e di trasmissione  dei valori comuni , non sono state in grado di  crescere insieme, con il risultato di perdere quel rapporto fiduciario che era alla base di quell’accordo silenzioso il quale le aveva guidate  per tanti anni. Questo nuovo rapporto, insieme ad un nuovo stile di vita, ha innescato  un processo che nel tempo ha minato l’autorevolezza sia della famiglia che della scuola. E’ necessario pensare alla crescita delle nuove generazioni in termini di futuri cittadini, se non saremo in grado di farlo, se noi adulti per primi non saremo capaci di tenere e fare squadra, continueremo ad contribuire al consolidamento degli “Orfani Sociali”, bambini che non ricevendo la formazione nelle scuole, cominciano ad esternare i primi problemi intorno a 11/12 anni, che hanno origini nell’età dell’infanzia. Importante è la formazione dei docenti che devono arginare la difficoltà della comunicazione, lavorare con quelle famiglie che dimostrano il senso di disagio, non solo con problemi di affidamento. Un insegnante è un professionista che deve dare consigli in merito, incoraggiare la comunicazione, poiché ha la responsabilità, oltre la didattica, dell’educazione dei bambini.”

La Dott.ssa Laura Rossi, Sociologa,  Mediatrice AiMEF e Civile e Commerciale arricchisce il lavoro della commissione spiegando la “Comunicazione del Conflitto”, inteso come quel  sintomo che deve indicare il campanello d’allarme:”Nella nostra cultura la parola conflitto evoca immagini dolorose e sgradevoli, fa pensare allo scontro, al combattimento, al disagio. Negarlo significa rendere difficile il suo studio e relegare tutti i tipi di conflitti nel patologico. Oggi più che mai i luoghi, in cui si sviluppa socialità e si regolano i conflitti (famiglia, quartiere, il gruppo di amici e conoscenti, la scuola, le istituzioni religiose, il posto di lavoro) sono in crisi a causa dei profondi e rapidi mutamenti culturali. La mediazione si pone in queste relazioni come strumento risolutivo delle situazioni di crisi per far conoscere che esiste una modalità alternativa per affrontare il conflitto. Si può insegnare a gestirlo in maniera positiva apprendendo le tecniche necessarie. Si registra un aumento in maniera esponenziale delle separazioni, e laddove la coppia non è allenata a comunicare e a confrontarsi spesso è con l’adolescenza dei figli che sorgono i primi veri conflitti tra i coniugi. In questi casi, il compito del mediatore familiare è trovare soluzioni adeguate per la coppia ed i propri figli. La gestione del conflitto, aumenta la consapevolezza, evitando in futuro di ritrovarsi ancora coinvolti in conflitti dolorosi e aggressivi.”

E’ stata salutata l’Avv. Lucia Distante, Mediatrice Familiare A.i.M.E.F. che per problemi inaspettati non ha  potuto presentare la sua relazione in merito alla Mediazione Familiare come Strumento del Problem Solving e Non Solving Problem.
Con l’introduzione della Legge sull’Affido Condiviso 54/2006 si avverte un forte bisogno di trovare spazi meno conflittuali e più collaborativi che superino i confini dell’ambito legale e giudiziario, mantenendo aperto il discorso del confronto e della inter-disciplinarità dei ruoli professionali a sostegno della famiglia stessa e della tutela delle relazioni, così la dottoressa Romina Pacitto, Educatrice Professionale e Mediatore Famigliare A.i.M.E.F., introduce il suo lavoro a guida dell’ASCOLTO DEL MIMORE:”Il cambiamento non è mai facile da elaborare e ridefinire nuovi equilibri comporta un investimento sulle personali risorse come nel tempo, farsi sostenere in questo delicato passaggio da professionisti esperti richiede un’ulteriore presa di coscienza, spesso da soli non si è sufficientemente in grado di affrontare tutto questo, le persone vicine aiutano ma entrare nella storia senza fare o farsi del male richiede una grande capacità di ascolto. Quando gli adulti sono in grado di parlare allora si “incontrano” i figli, i bambini/ragazzi idealmente sono presenti ad ogni appuntamento, nelle parole dei genitori i figli hanno sempre un posto, ma l’ascolto vero e proprio in sede di Mediazione Familiare diventa una scelta da decidere insieme, valutare se ascoltare i bambini/ragazzi dipende molto dalla formazione del mediatore stesso, dalla richiesta che i genitori fanno e dalle motivazioni, come può accadere che siano gli stessi figli a “voler stare” in mediazione. E’ chiaro che i bisogni, le necessità, i desideri della prole devono essere tenuti sempre presenti nel momento in cui si prendono delle decisioni rispetto alle scelte stabilite nell’Accordo di Separazione, per cui i figli andrebbero ascoltati prima che tali disposizioni vengano definite,  di fatto molti genitori pensano di conoscere le esigenze, i sentimenti dei loro figli, come il loro punto di vista eppure molto spesso i pareri, le opinioni, le richieste sono palesemente diverse. I minori oltre ad avere bisogni legati alla cura, all’accudimento, alla protezione, hanno il Diritto ad essere consultati nelle decisioni che li riguardano, senza essere gravati dalle responsabilità decisionali.” La dottoressa Pacitto indica la strada migliore all’ascolto del minore, infatti spiega che  in molti paesi come Francia, Svezia, Belgio, Canada, Stati Uniti ed Italia hanno organizzato interventi di gruppo rivolto ai figli di genitori separati, affinché i ragazzi abbiano “un proprio spazio dove poter raccontare”, l’obiettivo è ridurre le fonti di rischio, come lo stesso disagio,  per i bambini ed i ragazzi coinvolti nelle vicende separative. Considerazioni e riflessioni dell’analisi della struttura della famiglia e delle sue richieste indicano l’importanza dei Progetti come lo Sportello d’Ascolto, il Servizio di Psicologia Scolastica e/o di Mediazione Familiare i quali possono essere di grande aiuto nel supportare sia gli insegnanti che gli alunni sia le stesse famiglie, la centralità della scuola deve costituire un elemento strategico di primissimo piano come risorsa nella prevenzione, nel contenimento, nella emarginazione della diversità a tutto spessore!

Il minore va tutelato nel proprio più fondamentale diritto, quale il diritto alla famiglia, perché garantendogli il suo interesse supremo lo avremo realmente tutelato nei diritti che gli sono riconosciuti. Questa la conclusione dell'intervento dell’Avv. Grazia Tassiello, Foro di Roma nonché Mediatore Familiare AiMEF e Civile e Commerciale, in cui è stato tracciato gli aspetti essenziali dei diritti del minore nell'ambito del diritto di famiglia e dell'educazione ed istruzione allorquando e' "coinvolto" nella disgregazione del suo nucleo familiare.
E' stata sottolineata l'importanza della collaborazione dei genitori separati (o che comunque vivono situazioni particolarmente conflittuali), con la scuola al fine di mettere a conoscenza la stessa di provvedimenti intervenuti a seguito di procedure di separazione e/o divorzio o di accordi bonari raggiunti al fine di tutelare il minore.
A conclusione dell'intervento sono stati rivolti alcuni inviti: ai genitori che vivono situazioni conflittuali ad impegnarsi, anche con l’ausilio di figure professionali, a riuscire a superare le rigidità delle proprie posizioni per porre l’attenzione su quelli che sono i reali interessi delle parti cercando di ristrutturare la rottura di un legame coniugale verso la trasformazione in un legame responsabilmente genitoriale; alla scuola affinché possa rendere operative le linee guida che disciplinino, di concerto con la normativa vigente ed i provvedimenti giurisdizionali, le situazioni di conflittualità; Ai giuristi, sempre nel rispetto della normativa, a non applicare soluzioni già preconfezionate ma studiare con attenzione il caso che si trovano ad affrontare proponendo rimedi e/o soluzioni, che riescano ad alleviare le sofferenze e gli appelli emotivi, anche di concerto con i mediatori familiari ed altre figure professionali. Il tutto affinché qualsiasi strumento sia esso educativo, sociale, terapeutico, giudiziario, sia rivolto alla tutela del minore.

La prima parte della commissione dei mediatori e avvocati, tesa a testimoniare e ad illustrare il complicato mondo dei conflitti familiari dove la mancanza di ascolto tra adulti e adulti/ figli generano sempre le incomprensioni e disattenzione verso il minore che ha diritti inalienabili, ha passato il testimone agli interventi delle istituzioni, scuola e  politica locale. La professoressa Anna Druella, dirigente scolastico Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci di Labico, con ”Istruzione Fonte di Vita” sposa e accoglie il valore strategico e umano del supporto dei mediatori familiari, si impegna formalmente nel progetto in embrione poiché l’autonomia è stata concessa affinché fosse affidato alla scuola il mandato di scoprire le persone e nel contesto in cui vivono: “Nasce una nuova visione dei servizi integrati alla persona, legati ai contesti del territorio, mentre l’autonomia deve riscoprire il ruolo della famiglia, poiché la scuola offre tutti i giorni un servizio sociale.” La professoressa Druella ripete più volte, a rilevarne l’essenzialità, come la costruzione della formazione umana degli studenti, dipende dalla famiglia che lo esercita come può, ma soprattutto dalle istituzioni che lo devono fare al meglio e devono essere preparate. La scuola non può sottrarsi soprattutto nelle situazioni emergenziali, dove il diritto del minore va sempre tutelato. La scuola si deve espandere come una persona e attraverso un’ottica costruttiva con riferimento nei centri territoriali di supporto, indirizza al servizio integrato dedicato alla persona all’interno della comunità educante, quella di Labico. La scuola, deve tutelare tutti i minori, non solo quelli contesi. L’intervento della Mediazione Familiare nella scuola rappresenta la guida e l’ausilio che contribuisce alla formazione umana non solo degli studenti, ma della famiglia stessa, ri-scoprendo il ruolo genitoriale. Anche il Presidente del Consiglio di Circolo, Antonio Lombardo, indica il ruolo della scuola fondamentale, dove il genitore può e deve contribuire alla sua costruzione,lo sforzo in comune deve mettere al centro il bambino come benessere  del futuro:” per questo come logo dell’istituto, Leonardo Da Vinci, è stato scelto il Bambino Vitruviano”.
L’assessore al Bilancio e Servizi Sociali, Giovanni Scaccia conclude facendo una panoramica sulle problematiche del territorio che ha dovuto affrontare:” la popolazione è cresciuta del 30% dovuta al trasferimento di molte famiglie dalla periferia romana, incidendo sui bilanci diventati ancora più critici. Con la scuola si sono anche lì innescate situazioni singole e di diverse difficoltà. La soluzione migliore è quella della mediazione che permette contemporaneamente di ottenere benefici nel benessere della famiglia ed economicamente meno invasiva. La Asl, presente in questo progetto, permetterà di accogliere questo tipo di intervento, la nostra collaborazione è fattiva.”

L’evento ha gettato le basi per un importante contributo per il cambiamento culturale e di crescita nel comune di Labico, tutte le istituzioni, intuitive nell’attivarsi con quella sensibilità e lungimiranza volte al benessere non solo quotidiano delle famiglie, ha ricevuto i complimenti del  professor Marcello Severoni, il Comune di  Labico è il secondo comune in tutt’Italia che apre un centro di ascolto per le famiglie. Sia questo un segnale da amplificare e una strada da indicare nei comuni limitrofi, lo sguardo sia volto sempre nella prevenzione e nell’aiuto concreto alle famiglie...piccole società di importanza fondamentale.

Il Comandante di Stazione dei Carabinieri di Labico, Natella Guido presente come istituzione delle forze dell’ordine, ha elogiato la giornata di studio.

 L’Osservatore d’Italia contribuirà sempre a sensibilizzare e ad indicare questi percorsi sostenibili... un augurio d’affetto per questo Santo Natale, ormai nelle case di ogni famiglia.

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