«La “via” italiana alla religione? Passa dalla comunità»

Le crisi della fede tra comunità e persona

Parla padre Crea, comboniano, psicoterapeuta: per i religiosi lo stress è sempre in agguato

FABRIZIO MASTROFINI

roma

 

Si intitola «Ripensare la comunità» ed è il congresso internazionale di sociologia della religione che termina domenica a Turku, in Finlandia. «C’è una differenza interessante tra l’approccio internazionale alla sociologia della religione su questo tema e la prospettiva italiana come emerge dalle ricerche portate avanti dall’Università Salesiana di Roma» spiega a Vatican Insider padre Giuseppe Crea, comboniano, psicoterapeuta, tra i relatori della conferenza di Tutku. Padre Crea, insieme al professor Leslie Francis, anglicano, dell’Università di Warwick, porta un contributo specifico e originale sul tema dello stress tra il clero cattolico e quello anglicano. Nel mondo nordeuropeo e protestante, ci dice il prof. Crea, c’è attenzione al tema della comunità. E si legge l’esperienza comunitaria presente nel mondo cattolico con grande attenzione, come un antidoto, quasi, all’individualismo che si riscontra nelle società secolarizzate del Nord Europa e che si riflette nelle chiese. A Turku il lavoro italiano vorrebbe far fare a tutti un passo avanti sul piano analitico ed esperienziale.

 

 

 «La comunità – insiste il prof. Crea – è una grande risorsa se viene gestita ed organizzata, se i problemi dei singoli riescono ad esprimersi senza cristallizzarsi. Quando non accade, ed è un’esperienza che si verifica, la comunità diventa un inferno da cui scappare». Soprattutto se chi ha ruoli di responsabilità vuole controllare tutto e tutti, gestire tutto e tutti, senza delegare né dialogare. Nel corso della tavola rotonda cui partecipa il prof. Crea insieme al prof. Francis e alla prof.ssa australiana Wendy Smith, verranno presentate alcune esperienze in proposito. «Porto il caso di suor Anna (il nome è di fantasia), spiega il prof. Crea. È una religiosa cinquantenne, preside di una scuola, andata in stress a causa della sua sfrenata volontà di controllare ogni aspetto dell’organizzazione scolastica, senza delegare. Una suora iperattiva che non si accorgeva di quanto il suo atteggiamento sbagliato producesse effetti negativi, demotivando le persone e allontanando gli alunni». Per fortuna il conflitto è esploso, la suora si è accorta che non veniva più seguita dalle sue consorelle, dai docenti, anche dagli alunni, ed attraverso una terapia psicologica basata sull’analisi transazionale è riuscita a rivedere i motivi alla base del comportamento e aprirsi al cambiamento in positivo». La rigidità è al centro del lavoro della prof.ssa Smith che ha studiato il gruppo religioso Brahma Kumaris in Australia. Ed ha verificato sul campo, una volta di più, che le norme di comportamento troppo rigide e spersonalizzanti sono alla base della fuoriuscita di numerosi aderenti, prima entusiasti, poi disgustati.

 

 

Così nella conferenza internazionale di Turku, psicologia e sociologia in molti casi scoprono di avere degli aspetti in comune. Perché il trend mondiale è abbastanza chiaro: crescono i movimenti carismatici, che rispondono al bisogno di identità, appartenenza, sicurezza, speranza di tante persone in tutto il mondo. E le chiese tradizionali stentano a rendersene conto, perdendo milioni di fedeli, come accade soprattutto in Europa e in America Latina. Ed è anche la particolare esperienza presentata a Turku in avvio dei lavori da un team di ricercatori finlandesi. Hanno parlato della Nokia Missio Church,  dal 2008 separata dalla chiesa luterana finlandese, per accentuare l’esperienza del senso di sicurezza (prendendosi cura delle esigenze sociali e materiali degli aderenti) e della libertà (rispetto ad una religiosità più costrittiva). La religiosità, ha detto per tutti Tuomas Martikainenb, presidente del Comitato organizzatore, è un fattore fondamentale per la stabilità e la crescita delle società. Però c’è molto lavoro da fare affinchè i vertici delle confessioni religiose ascoltino le analisi degli accademici, che vedono i problemi, cercano spiegazioni, tentano strade per trovare soluzioni.

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