La riscossa del bello in piazzetta Gasparotto




Sofia, Giulia, Ilaria e Beatrice applicano la “Psicologia comunitaria” Fiori colorati nelle aiuole e frasi che invitano a vivere la città come casa propria

      In città è esplosa la riscossa del buon umore e della gioia di vivere. Parte dall’Università e ha nella Facoltà di Psicologia la sua roccaforte.

      Gli studenti padovani sono decisi a dimostrare che la città può sbloccarsi dall’immobilismo per aspirare ad un clima più sereno e partecipativo. Dopo gli smile distribuiti dalle future psicologhe al Portello, nei giorni scorsi sono arrivate le colleghe con la filosofia del bello in piazzetta Gasparotto: hanno scelto un “non luogo”, ovvero una risacca della città sconosciuta ai più nonostante l’impegno del titolare del bar Metropolis (ultimo commerciante rimasto) e del gabinetto del sindaco (con supporto operativo del vicesindaco Ivo Rossi e della consigliera Luisa Tramarollo del Cdq 1). Le giovani studentesse, al secondo anno e alle prese con l’esame «Psicologia comunitaria» del professore Alessio Vieno, sono Sofia Khoury (Israele), Giulia Gilli (Bolzano), Ilaria Iselle (Verona) e Beatrice Frigo (Padova). «Non conoscevamo questa piazza» riferisce Giulia «A dire il vero l’abbiamo dovuta cercare su Google maps e chiedere in giro: siamo rimaste basite che nessuno, nei paraggi, la conoscesse. Tanto da esserci e non saperlo».

      Quindi hanno dato il via alla danza della gaiezza. Un tripudio di fiori colorati ha restituito allegria alle grigie aiuole della piazza; brevi rime e qualche frase incoraggiante hanno regalato per un giorno brio al cemento. I passanti (pochi per la verità) sono stati incuriositi e alcuni si sono fermati addirittura ad aiutare. «La città è delle persone e non della paura», scandiscono le studentesse. Sono decise a tornare, magari per un panino a pranzo. Nel frattempo la piazzetta, chiusa tra Corso del Popolo e via Valeri, per un po’ si sente veicolo di educazione civica: affisse alle pareti scintillanti papier che invitano a «vivere la città come fosse la propria casa»; «a curare l’ambiente perché Lui ha bisogno di noi e noi di Lui» perché «pulizia e nettezza sono la vera bellezza».

      Elvira Scigliano

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