La resilienza, un’arma contro le avversità

Ce la facciamo comunque. Ripetiamo questa frase tutti i giorni nei momenti buoni e in quelli più duri, quando dobbiamo affrontare un colloquio di lavoro, una crisi con il partner o le piccole e grandi incombenze quotidiane. Cosa ci dà la forza per superare le difficoltà? Un libro, appena uscito, La resilienza tra rischio e opportunità, di Pietro Farneti e Roberta Renati, edizioni Alpes (pag.85, 10,00 euro) parla appunto di resilienza, che, nel linguaggio della fisica, è la forza opposta dai metalli agli urti. In psicologia il concetto assume un significato più ampio: non vuol dire solo resistere o, meglio, fronteggiare gli ostacoli. Ma soprattutto riuscire a utilizzare l’esperienza difficile o dolorosa per non avere più paura e trovare soluzioni sempre nuove di fronte ai problemi.

 

Le crisi sono lezioni di vita

Entrata da alcuni anni nel campo della psicologia, della pedagogia e del counseling la resilienza indica la meravigliosa capacità di reagire alle difficoltà, non dandosi per vinti. Il termine è molto usato nel mondo dei metalli dove sta a significare la flessibilità del rame o del ferro e la loro capacità di resistere agli urti, assorbendoli, magari restando ammaccati, ma senza spezzarsi come potrebbe accade ad altri materiali, vedi il vetro. La resilienza è soprattutto la “volontà di uscire da una situazione traumatica” senza negare il dolore vissuto, ma sapendo costruire attorno a questo una rinascita, mettendo in campo svariate capacità di adattamento e di apprendimento. Ci sono situazioni traumatiche più o meno gravi (povertà, perdita di un parente, malattia, violenza, divorzio) che, se ben gestite, possono addirittura diventare lezioni di vita in presenza di doti particolari. Pensiamo al coraggio, alla determinazione … «La persona resiliente - spiegano gli autori del libro - mette in campo umorismo, curiosità, fantasia, gusto per l’avventura, plasticità affettiva, riflessione e tutte le risorse che possiede per non rimuovere il problema, ma per affrontarlo».

 

Resilienti, si nasce o si diventa?

Come sappiamo, impariamo attraverso i nostri comportamenti, le esperienze e le azioni a diventare forti: importante è mantenere sempre un atteggiamento propositivo verso ciò che ci accade, sapendo visualizzare le cose positive al di là del problema. Il nostro partner si sente schiacciato da una difficoltà? Le domande pertinenti che potremmo fargli per aiutarlo ad acquisire resilienza sono: “Che problema hai? Come pensi di poterlo risolvere? Possiamo affrontarlo passo dopo passo? Di che tipo di aiuto pensi di avere bisogno?”. In tal modo lo aiutiamo a responsabilizzarsi, ad avere fiducia in se stesso, lo incoraggiamo a farsi domande e a trovare risposte resilienti adeguate.

 

Qualche esercizio per diventare forti

Uno dei primi è quello di abituarsi a disegnare i propri obiettivi, semplici e misurabili, e le tappe per raggiungerli. Secondo: accettare se stessi esattamente per come si è. Terzo: trovare immagini mentali che danno piacere e neutralizzano la negatività. Punto quattro: essere pazienti e gentili con noi stessi utilizzando auto-gratificazioni. Cinque: trovare nuovi modi positivi per soddisfare i propri bisogni. Infine, prendersi cura di se stessi, del proprio corpo attraverso l’esercizio fisico che favorisce la produzione di endorfine, molecole della felicità. Non solo. I neurormoni prodotti dalla ginnastica sono decisamente meglio dei farmaci antidepressivi più moderni: non hanno effetti collaterali. Anzi, sono su misura per il nostro cervello. In particolare si è scoperto che dopo aver fatto almeno mezzora di attività fisica ci si sente rilassati e pieni di energia perché dai muscoli in movimento vengono liberate due sostanze neuroattive che poi tornano al cervello tramite la circolazione sanguigna: l’IGF-1, fattore insulino simili di tipo uno e l’anandamide che riequilibra l’umore e fornisce corpo e spirito della tonicità necessaria per affrontare le difficoltà.

 

Ti può interessare anche Autostima: impara a rispettarti di più

Leave a Reply