La natura? un bisogno psicologico

greenwomanWeekend “fuori porta”, passeggiate al mare, in montagna o al parco cittadino, attività fisica all’aperto… ogni soluzione è buona purché sia “green”!

Ma cos’è che ci spinge alla ricerca di natura? Si tratta di “moda”, piacere… voglia di evadere?

Secondo l’ecopsicologia – disciplina nata dall’incontro tra psicologia ed ecologia – il contatto con la natura risponde a bisogni psicologici ben più profondi.

Oggi molti studi rivelano che nei paesi in cui viene a mancare sempre di più il contatto con la natura, nelle grandi concentrazioni urbane, si registra un aumento dei casi di depressione e di malessere psicologico. Per questo, in ambito educativo e terapeutico ritroviamo la tendenza a prediligere esperienze di gruppo in contesti naturali per favorire la scarica di tensioni, il rilassamento e soprattutto recuperare un senso di appartenenza profonda.

Per decine di migliaia di anni abbiamo vissuto a stretto contatto con la natura, con luoghi, elementi e creature con cui siamo strettamente imparentati. A partire dagli ultimi cento anni è avvenuto un brusco distacco dal mondo naturale; nello stile di vita e di lavoro, nella realtà abitativa, nella stessa percezione di noi stessi, abbiamo cominciato a considerarci non più parte del mondo, ma padroni del mondo.” (M. Danon)

Riappropriarsi della natura risponde al bisogno di “ritorno a casa”, per ritrovare una dimensione familiare e vitale, più vicina all’uomo di quanto non lo siano strade e città. Sembra importante allora poter recuperare un senso più esteso di “coscienza ecologica” intesa come consapevolezza di se stessi non come individui isolati, ma come componenti integranti di comunità via via più ampie e complesse: famiglia, gruppo, società, umanità, Terra. Da ciò i sentimenti di rispetto e cura per l’altro, i contesti e le relazioni di cui siamo parte… perché la crescita personale procede sempre di pari passo, dentro e fuori di sé.

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