La «firma» delle bugie nel cervello – Salute24

Anche la migliore bugia può essere scoperta. Tutte le menzogne, infatti, lasciano un'impronta digitale e lo fanno nel cervello di chi mente. A svelarlo è uno studio pubblicato su PLoS One da Alice Proverbio, Maria Elide Vanutelli e Roberta Adorni del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Milano-Bicocca.

 

Le ricercatrici hanno misurato i potenziali evento-correlati – le variazioni dell'attività elettrica del cervello che vengono indotte da uno stimolo esterno – nel cervello di 25 individui mentre rispondevano ad alcune domande. A tutti i partecipanti è stato chiesto di rispondere con una bugia a metà di questi quesiti. E' stato, così, scoperto che le bugie vengono elaborate sfruttando soprattutto la regione frontale e pre-frontale dell'emisfero sinistro del cervello e la corteccia cingolata anteriore, quell'area in cui l'inconscio elabora problemi e pericoli. “Il cervello – ha spiegato Proverbio - produce una risposta bioelettrica inconfondibile, chiamata N400, che riflette il tentativo di sopprimere l'informazione riconosciuta come vera”.

 

Rispetto alla classica macchina della verità, che si basa sulla misurazione di fenomeni fisiologici come la sudorazione e il battito cardiaco, questo metodo valuta anche l'effetto cerebrale delle emozioni provate durante un interrogatorio. Secondo Proverbio “l'attività mentale, misurata attraverso le variazioni elettriche delle risposte cerebrali, è un indicatore molto più affidabile”.

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