La diversità, un bene prezioso contro gli stereotipi di genere

29 aprile 2012

La diversità arricchisce le infinite possibilità dell’essere a maggior ragione quando questa consapevolezza spinge corpi distinti e complementari all’approccio e alla scoperta dell’altro da sé. Purtroppo però non sempre questo può accadere. Ogni cultura, ogni popolo ha costruito nel corso del tempo la sua tradizione, il suo modus vivendi, costruendoli su solide fondamenta fatte di regole, diritti, doveri e convinzioni.

Quest’ultime diventano pericolose se concepite allo scopo di creare ulteriori divisioni, utili per poter distrarre l’attenzione dei cittadini dal mancato intervento politico nel risolvere urgenti problematiche comunitarie: nascondendosi dietro fragorosi nonché periodici allarmismi, il razzismo, l’omofobia, l’intolleranza, tutto ciò che è inscrivibile nella sfera della paura, viene amplificato attraverso seducenti titoli di giornali addomesticati dalle oligarchie.

Se analizzate attraverso appropriate strumentazioni, queste paure si scoprono tanto insidiose quanto infondate e nonostante ciò, la diabolica perseveranza con la quale questi escamotages vengono riproposti, li rende sempre più forti e radicati nella cultura.

Il ruolo del singolo nella sua integrità prescinde dagli stereotipi, ma “quanto contano gli stereotipi e le aspettative sui ruoli di genere durante la crescita?” per rispondere a questa domanda così importante, Cinzia Albanesi, ricercatrice in Psicologia di Comunità presso la facoltà di Psicologia Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, propone una serie di incontri con ricercatrici e ricercatori esperti in materia, grazie all’evento Stereotipi di genere, scelte di vita che si terrà dal 2 al 20 maggio 2012, presso il Foyer Centro Cinema San Biagio a Cesena.

L’evento si sviluppa partendo dall’analisi delle varie fasi di crescita dell’individuo, soffermandosi in particolare sull’infanzia, la fanciullezza, la preadolescenza e l’adolescenza, estremamente importanti nel determinare il profilo psicofisico della persona.

Ogni sfaccettatura infatti è una parte indispensabile del tutto e inibire i desideri o le attitudini del bambino perché considerate arbitrariamente anormali, comporta spesso dei traumi determinanti nella risolutezza dell’adulto futuro.

L’iniziativa prevede una mostra fotografica dal titolo Come simili a cura di Silvia Morara, fotogiornalista del Resto del Carlino, in cui i protagonisti, donne e uomini comuni, affrontano nella loro quotidianità le possibili aspettative sociali sul genere femminile e su quello maschile, raccontando le loro storie attraverso immagini significative.

Oltre alla mostra, i visitatori potranno partecipare a degli incontri con esperti in psicologia, pedagogia e semiotica, analizzando gli effetti che la cultura e la tradizione micro e macroscopicamente hanno sulla vita degli individui.

Interessante e stimolante è la presenza dell’dell’Harlem Footwomen Trio, formazione musicale al femminile che partecipa all’evento attraverso delle performances incentrate sul repertorio di Duke Ellington, illustre compositore dello scorso secolo.


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