Settimana scorsa ci eravamo lasciati con l’introduzione della creazione di una routine pre-gara e avevo indicato un piccolo compito per porre le basi della propria “buona abitudine”. Esso consisteva nel conoscere il proprio funzionamento su due assi principali:
1) quello dell’intensità (bassa o elevata)
2) quello del focus (interno o esterno)
Per farlo, è necessario pescare nella memoria situazioni di gara in cui siete riusciti a performare alla grande, non semplicemente bene, ma proprio nella vostra miglior prestazione possibile, quella che ancora vi fa sentire i brividi ripensandoci, quella che vi piace spesso ricordare e che cercate di trattenere nella mente il più possibile.
Ecco, ora che l’immagine nella memoria è di nuovo viva, dovreste subito compiere un gesto utile:
- Scrivete quanto state ricordando.
Pensate con i 5 sensi, aggiungete le emozioni e distribuite sulla linea temporale quanto accadeva. Ad esempio:
- 10 minuti prima della gara ero teso e il cuore batteva forte, ma ero pronto, gambe e braccia erano sciolte, sentivo il caldo del sole dalle finestre, la gola era secca, c’era un sacco di gente ma io guardavo solo gli attrezzi, si sentiva odore di gomma e sudore, c’era il tipico rumore da palestra con in più il brusìo del pubblico;
- 5 minuti prima della gara ero più teso di prima, ma mi sentivo cmq pronto, etc…
- 1 minuto prima, etc…
Potete anche optare per una versione standard, cioè scrivere un semplice racconto di quanto accaduto, ma diciamo che il formato qui sopra è più funzionale a quello che servirà fare a noi. In ogni caso scrivere è importante poiché un testo è in grado di “congelare il tempo”: i vostri ricordi potrebbero sbiadirsi, oppure perdere qualche particolare prezioso di quei momenti così importanti. Avere un diario scritto, completo e ricco è un metodo utile per non tralasciare nulla e mantenere la propria mente “là” dove serve (e quando serve): basterà rileggere il vostro report per rinfrescare le sensazioni latenti.
A questo punto, riferendoci ai due assi intensità (bassa o elevata) e focus (interno ed esterno) sarà importante comprendere, oltre al livello in cui ci trovavamo in quel giorno, anche quali siano gli elementi che possiamo utilizzare oggi per ritrovare quella condizione. Per intenderci, se ci rendiamo conto che una delle sensazioni positive che avevamo quel giorno era dovuta al calore del sole, di certo non possiamo pretendere che anche il giorno della prossima gara avremo quell’attributo poiché è fuori dalla nostra sfera di azione.
Bisogna imparare ad accettare tutti quegli elementi di cui noi non abbiamo potere, conoscerli e metterli da conto, abituarsi a non considerarli critici o vitali per la nostra prestazione, altrimenti saremo sempre degli atleti guidati in larga parte dal caso.
Se individuate invece le leve su cui agire sarete già a buon punto: quello che rimane da fare è agire su di esse ed inserirle all’interno di una routine. Proseguiremo su questa direzione nel prossimo articolo!
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Dott. Mauro Lucchetta – Psicologo dello Sport
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