La buona salute viaggia tra Soma e Psiche

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Alla malattia fisica si associa spesso un disagio psichico che aggrava la condizione di salute generale con maggior rischio di complicanze, mortalità e incremento della spesa sanitaria.

Si pensi, ad esempio, che nei 18 mesi successivi ad un infarto cardiaco il rischio di mortalità tra persone che hanno anche sintomi depressivi è circa sette volte superiore che nei soggetti infartuati senza depressione e la depressione, nelle varie forme, incide per il 50% tra quelli che hanno un accidente cardiaco.

Nonostante l’alta frequenza di un problema come la depressione nel corso di un’altra malattia raro è il ricorso a cure specialistiche.

Alla malattia mentale si associa generalmente un quadro grave di deterioramento dello stato di salute e questo peggiora la qualità di vita, aumenta la mortalità e rende più evidente il pregiudizio e la discriminazione.

Se l’aspettativa di vita media nei paesi occidentali è di 76 anni, per le persone con schizofrenia è di 61 anni: muoiono mediamente 15 anni prima.

Tra soggetti con schizofrenia intorno ai cinquant’anni la possibilità che abbiano perso già tutti i denti e tre volte superiore che nella stessa fascia d’età della popolazione generale.

Perché accade ciò? Molti sono i fattori, ma qui sottolineiamo nel primo caso la difficoltà di riconoscere che un problema psichico sia qualcosa da trattare competentemente e non solo una comprensibile, semplice, generica sofferenza.

Queste convinzioni accomunano spesso pazienti e il medici. Nel secondo caso i pazienti psichiatrici assumono più frequentemente comportamenti di vita che sono fattori di rischio (fumo, alimentazione scorretta, scarsa attività motoria), ma soprattutto sono isolati socialmente, discriminati ed hanno all’accesso alle cure è ostacolato quando non precluso.

È un problema sanitario perché riguarda la salute delle persone (i rischi di malattia grave e mortalità sono elevati).
È un problema di equità perché non sono assicurate le cure di base ai soggetti più deboli.
È un problema economico perché il peggioramento delle condizioni di salute determina alti costi per l’assistenza delle complicanze, per l’utilizzo improprio delle strutture sanitarie. E gli interventi correttivi efficaci sono di basso e bassissimo costo.

Il convegno soma e psiche: salute, cura e malattia nell’ospedale orientato alla persona, svoltosi presso il CTO di Napoli, organizzato dalla Direzione generale e da Psichiatria e Psicologia degli Ospedali dei Colli (Monaldi Cotugno CTO) ha messo al centro il bisogno di affrontare unitariamente i problemi di salute psichica e di salute.

Gli Ospedali dei Colli sono oggi la struttura capace curare le patologie organiche di chi soffre di disturbi psichiatrici gravi e di cogliere gli aspetti di disagio psichico collegato alla malattia fisica per la compresenza di strutture di alta specializzazione medica e chirurgica e di psicologia e psichiatria che oggi si arricchisce di un day-hospital di psichiatria.

C’è anche un problema di comunicazione tra coloro che si occupano delle cure, così come anche tra gli operatori. Pregiudizi e disattenzione verso gli aspetti psicosociali delle malattie fisiche per gli uni o quelli di salute fisica dei pazienti psichiatrici per gli altri, incidendo negativamente e con conseguenze gravi.
C’è bisogno di incidere quindi sulla formazione.

Abbiamo concepito il nostro evento proprio come un incontro tra soggetti diversi, durante l’arco della mattinata sono intervenuti alternandosi coloro che “curano il corpo” e coloro che “curano la mente”.
E il convegno ha registrato una partecipazione nutrita e composita (medici solo in parte psichiatri, infermieri ospedalieri, psicologi, assistenti sociali e sociologi).

Mario Maj, psichiatra, già presidente dell’Associazione Mondiale di Psichiatria e Raffaele Calabrò, cardiologo insigne, direttore della Cardiologia dell’Università di Napoli, che hanno presieduto, scegliendo di intervenire nel merito delle questioni hanno elevato il valore scientifico del convegno che si è poi sviluppato con il confronto tra i responsabili delle strutture di terapia intensiva neonatale (Paolo Giliberti) neurologia del CTO (Bruno Ronga) e Oncologia (Vincenzo Montesarchio) e lo Psichiatra Giuseppe Viparelli e lo Psicologo Alberto Vito.

Ma cura, salute e malattia sono concetti che assumono significati diversi nelle varie culture e anche i nostri comportamenti di medici come le nostre convinzioni (come quelle comportamenti e le convinzioni di chi si ammala e di chi c’è intorno) sono determinati dalla cultura e dalla società in cui viviamo.
Per questo la discussione conclusiva ha coinvolto il direttore generale (Antonio Giordano), un filosofo (Steffen Wagner), un chirurgo (Francesco Corcione), un manager sanitario (Felice Barela).

Il nostro incontro, ha annunciato il dottore Giuseppe Nardini psichiatra-direttore dell’Unità di Psichiatria degli Ospedali dei Colli e prezioso coordinatore dei lavori congressuali, sarà seguito nel 2012 da una serie di altri meeting che metteranno al centro dell'attenzione ognuno un determinato aspetto che abbia ricadute sia sulla salute fisica che su quella psichica: la depressione nella malattia fisica, stili di aderenza ai diversi regimi di terapie complesse, comunicazione e relazione per la cura, stili di vita e malattie.

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