Intervista a Lidia Fogarolo, autrice del saggio sulla psico-grafologia …

Lidia Fogarolo, analista e perita grafologa, autrice di diversi libri di grafologia, pubblica in questi giorni per la Graphe.it Edizioni il saggio Perché gli opposti si attraggono e i simili si comprendono? Psico-grafologia dei legami d’amore.

Doveroso verso chi ci legge e non conosce la grafologia chiederle in prima battuta: cosa è la grafologia?
La grafologia è quella disciplina che – soprattutto dalla seconda metà dell’Ottocento – ha cercato di codificare le regole interpretative che consentono di passare dal segno grafico alla sua lettura in campo psicologico. Si tratta di un processo travagliato, poiché solo una parte di queste regole ha una chiave di lettura condivisa tra le varie scuole grafologiche. Per di più, direi che alla grafologia a volte manca un po’ di intraprendenza sperimentale e osservativa. Ad esempio, già nel 1925 il grafologo Robert Saudek rilevava che il calibro piccolo non può essere interpretato solo come paura, introversione, dato che esso caratterizza anche le scritture di molti personaggi famosi noti per il loro coraggio. Basta un solo esempio: Karl Marx, un provocatore nato, che amava sfidare soprattutto i potenti della sua epoca, e per questo espulso da vari stati. Solo l’Inghilterra l’ha accettato, anche se sorvegliato a vista dalla polizia. Ecco, nonostante calibri piccoli di questa potenza eversiva, ancora oggi in molti manuali si trova che questo segno indica paura del mondo. Credo perciò che questo invito sia ancora attuale: darsi il tempo di osservare molte scritture prima di voler trarre conclusioni affrettate.

Lidia Fogarolo, Perché gli opposti si attraggono e i simili si comprendono?Il saggio si concentra sulla scelta mai casuale del partner. Perché ha deciso di affrontare lo studio della grafologia applicato ai rapporti umani così complessi?
Eh, sì, è davvero uno studio complesso perché richiede la capacità di individuare la struttura di base di due personalità e di saper cogliere, in seguito, le dinamiche che ne risultano. Ho cominciato a percepire il fascino di questo particolare settore grafologico sottoponendo per anni scritture di varie coppie a quello che è stato il mio eccezionale insegnante di grafologia, il famoso p. Giovanni Luisetto. Ero talmente strabiliata dalla sua capacità di vedere con immediatezza le dinamiche di coppia, vale a dire di cogliere le somiglianze che generano comprensione e le differenze che generano attrazione (o opposizione) che è nato in me il desiderio, o meglio, proprio la passione, di riuscire a vedere il mondo con i suoi occhi.

C’è una particolare scuola grafologica cui lei fa riferimento?
Sì, assolutamente. Fin da giovane sono rimasta affascinata dalla complessità psicologica del sistema grafologico elaborato da Girolamo Moretti, un personaggio davvero geniale nel suo campo. Bisogna dire, però, che proprio questa complessità lo rende un metodo non di immediata applicazione. Per me, ad esempio, il tempo necessario per applicarlo non si conta in anni, ma almeno in un paio di decenni.

Il saggio è per tutti, esperti di grafologia, simpatizzanti o semplici curiosi delle dinamiche di coppia, ma per chi volesse iniziare lo studio della Grafologia quali consigli e quali strade può suggerire?
La grafologia, esattamente come la psicologia, ha cibo per tutti, nel senso che può offrire alcune intuizioni che possono aiutare chiunque ad affrontare meglio il complicato terreno dei rapporti interpersonali. Se una persona, invece, ha in progetto un cammino più approfondito, io raccomando di affiancare allo studio della grafologia un percorso rigoroso in campo psicologico. Possiamo paragonare la grafologia a un complesso e articolato test di personalità ed è chiaro che, per apprezzarne la ricchezza interpretativa, bisogna sapere che cosa si sta cercando. In questo è indispensabile il contributo della psicologia non solo per quanto riguarda il rigore metodologico, ma anche per la capacità di definire con esattezza le componenti della personalità che si intendono valutare, quali intelligenza, sentimento, affettività, e per utilizzare in modo competente concetti quali proiezione, rimozione, dissociazione, ecc.

La compensazione di coppia, più volte citata nel volume e sottolineata dalla grafologia tramite le scritture presentate, è riscontrabile anche in altri contesti, ad esempio di amicizia o familiare?
Sì, vigono le stesse leggi, anche nelle coppie costituite da persone dello stesso genere. Il libro sembra “politicamente scorretto” poiché propone solo esempi di coppie costituite da un uomo e una donna. In realtà, leggendo i principi interpretativi su cui si basano le analisi, è chiaro che si tratta di una forma di attrazione psichica che risponde a principi universali, sicuramente legati al genere, in quanto se ne riconosce l’impronta ormonale, ma con una componente culturale in fase di trasformazione. Ad esempio la complementarietà dei principi di individuazione e di relazione è stata per secoli rappresentata facendo riferimento a uomini e donne. Molti uomini ancora oggi evidenziano con più intensità il principio di individuazione e le donne il principio di relazione. Tuttavia, proprio perché siamo in una fase di profonda trasformazione, risulta ormai abbastanza evidente la tendenza in atto a integrare all’interno della psiche individuale entrambi i principi. Si tratta di un fenomeno di grande evidenza sociale: gli uomini dedicano tempo e energie per diventare esperti nella relazione e le donne vogliono diventare più attente nell’esprimere i loro talenti e la loro unicità. Questo cambiamento si vede nella scrittura: uomini meno competitivi e possibilisti, donne più definite e meno concilianti.

Può una forte emozione dovuta all’innamoramento modificare la grafia di una persona?
L’esperienza dell’innamoramento secondo me no. Quello che può modificare, anche notevolmente, la struttura di personalità, e quindi la grafia, è l’assunzione di responsabilità nei confronti di un legame che porta due individui a mettere su casa. La direzione del cambiamento, però, non è prevedibile a priori. Ad esempio gli uomini possono rispondere all’aumento di responsabilità radicandosi con maggiore forza sul piano terreno (la scrittura più marcata ne è indice) perché scoprono l’enorme nutrimento che ricevono dal legame d’amore; altri possono mettere in atto strategie di evasione se la donna, magari senza esserne consapevole, eccede nella richiesta di condivisione. Insomma, è solo la convivenza che consente di verificare se esiste veramente la compatibilità.

Lidia FogaroloLei ritiene, quindi, che il legame grafologia-psicologia sia destinato ad aumentare?
Credo che oggi una laurea in psicologia debba costituire le fondamenta della formazione professionale del grafologo. Questa associazione avrebbe interessanti ripercussioni. Intanto finirebbe lo scontro, ancora in atto, tra la psicologia e la grafologia, vista quest’ultima ancor meno di una parente povera, quasi una specie di creatura imbastardita. E anche i grafologi ne avrebbero un grande giovamento negli aspetti indicati prima.

La grafologia ha comunque una sua specificità, un suo modo di vedere il mondo, che è unico. E con questo strumento accede a delle verità particolari, di grande evidenza sul piano empirico. Ad esempio, in questo libro mostro che nella maggior parte delle coppie la donna esercita il ruolo di regolatrice emotiva nei confronti dell’uomo, assorbendo le sue variazioni allo scopo di evitargli di trascendere. Un aspetto che va oltre la nostra storica visione secondo la quale è la donna a essere maggiormente emotiva ed è l’uomo che la contiene sul piano razionale.

Ma non voglio anticipare altro sui contenuti del libro per non togliere l’effetto sorpresa. Ricordo solo che il tema della compatibilità è stato affrontato partendo da un punto di vista psicologico, integrato da ciò che emerge usando questo particolare strumento di indagine della personalità: la grafologia.

Quali sono oggi i principali campi di utilizzo della grafologia?
Dobbiamo fare una prima distinzione tra il settore legale e quello legato all’analisi di personalità. Nel primo caso il grafologo si limita, a pronunciare un giudizio di autografia o di apocrifia; in pratica, risponde solo alla domanda: è stato lui / lei a sottoscrivere questo documento (o a scrivere questo testamento olografo, o questa lettera anonima…). È un lavoro affascinante, ma con poche possibilità di evoluzione professionale, perché in tribunale si vince o si perde una causa, ma non è detto che chi vince abbia anche ragione.

Ben diverso è il settore legato all’analisi di personalità, ancora misconosciuto. Qui i campi di intervento sono veramente tanti: prevenzione del disagio giovanile, ricerca di potenzialità per migliorare l’inserimento aziendale, analisi delle dinamiche di coppia o famigliari, ricerche storiche per ricostruire la personalità di un dato personaggio famoso …

Abbiamo poi il campo d’indagine più prettamente sociologico, legato all’analisi delle trasformazioni sociali e delle corrispondenti variazioni psicologiche. Ad esempio i segni angolosa e marcata sono in netto affievolimento rispetto al passato: questo vuol dire che siamo meno aggressivi e meno rozzi. Un altro esempio che mi ha molto colpito, e che cito sempre nei miei corsi, è la trasformazione del nostro concetto di “genio”: Leonardo da Vinci mostra la potenza della mente che osserva, Newton della mente che ragiona. Anche su questo argomento sarebbe interessante fare un libro, perché la nostra idea di genio è completamente cambiata rispetto al passato.

Qual è oggi il suo principale campo di studio?
Mah, mi è difficile definirlo con esattezza perché mi occupo di molte cose. Al momento sto scrivendo un libro su Grafologia e sessualità, che ritengo complementare a questo sulla compatibilità di coppia.

Certo che sono molto affascinata dalla fecondità del rapporto tra psicologia, grafologia e sociologia: questo è uno dei campi di applicazione che più mi interessa, e i motivi di riflessione mi arrivano da ogni parte. Ad esempio, qualche mese fa leggevo un libro sulla vita del famoso direttore dell’F.B.I. Edgar Hoover, più volte paragonato a Himmler a causa delle persecuzioni da lui messe in atto contro coloro che dissentivano dall’American way of life. Grafologicamente il paragone è del tutto improponibile a causa dell’estrema angolosità della scrittura di Himmler, che contraddistingue un uomo crudele e malato, e la scrittura piccola e curva di Hoover, senz’altro molto pignolo ma non al punto di entrare nella grafo-patologia. Anche in questo caso c’è un rapporto ben preciso tra l’individuo e la società, dato dal livello di violenza ritenuto accettabile senza urtare la sensibilità della maggioranza. Certamente nella Germania nazista e nell’America degli anni ‘30-‘40 il riferimento non era lo stesso, per quanto disdicevoli appaiano oggi ai nostri occhi le persecuzioni messe in atto dall’FBI di Hoover.

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