Inghilterra, tra psicologia e storia

Hodgson schiererà la formazione migliore possibile (basta esperimenti) e deve evitare un fiasco storico…

La vera notizia di Inghilterra-Danimarca non sono i 30 convocati. Non è nemmeno il fatto che dei giocatori chiamati da Roy Hodgson, soltanto uno, al contrario di quanto accaduto per le amichevoli con Cile e Germania, abbia deciso di scartare la chiamata del CT. No. La vera notizia è che l’ex tecnico nerazzurro ha deciso di ingaggiare un fine psicologo, il dottor Steven Peters, che pare abbia già fatto meraviglie a Liverpool, in particolare sulla mente di Stevie Gerrard. Tra le motivazioni c’è il fatto che “Wembley fa tremare le gambe”, ma francamente crediamo sia solo una scusa. Se c’è un motivo per cui Hodgson ha chiamato Peters, è quello di rendere al meglio in un torneo in cui mai come stavolta l’Inghilterra parte dietro a tutte, forse anche in terza fila. Ma soprattutto è sintomatico del fatto che i Tre Leoni non vogliono lasciare nulla al caso (mentre in passato si sono sempre snobbati diversi aspetti fondamentali del calcio moderno).

Stasera a Wembley ci saranno più di 60.000 spettatori per vedere dal vivo uno degli ultimi test prima del Brasile (l’ultimo il 30 maggio contro il Perù). E un po’ d’effetto dovrebbe farlo a chi scenderà in campo. Ma fonti attendibili nell’ambiente inglese ci dicono che Hodgson parrebbe proprio intenzionato a schierare i migliori, quasi un undici tipo, nei primi 45 minuti. Una squadra abituata ai riflettori. D’altra parte, sempre in virtù dell’eterna guerra tra nazionali e squadre di club, il fatto che nel weekend si giochino gare decisive sia in campionato che in FA Cup, potrebbe finire per pesare sulla testa dei giocatori con il passare dei minuti e lo spreco di sostituzioni.

Hodgson (che ha allenato in Danimarca) comunque non potrà non tenere conto del risultato perché nella storia della nazionale inglese, l’Inghilterra non ha mai perso tre partite consecutive in casa sotto la guida dello stesso allenatore. Sarebbe un’onta davvero impossibile da lavare, semplicemente imperdonabile per i media e per i tifosi inglesi, sempre attenti a storia e statistiche. E di certo non sarebbe il modo ideale per presentarsi in Brasile.

Dall’altra parte troviamo una Danimarca che non si è qualificata ai playoff mondiali perché peggiore seconda, in grado di pareggiare 2-2 con l’Italia e vincere 3-0 in Repubblica Ceca, ma allo stesso tempo perdere in amichevole contro Macedonia (3-0) e Armenia (4-0) l’anno scorso. La squadra di Olsen può avere picchi di rendimento altissimi ma parallelamente bassissimi, capace del meglio e del peggio. Non ci sarà Eriksen, che pure a Londra Nord in teoria (perché Sherwood difficilmente gli regala minuti) sarebbe di casa.

Per tutti questi motivi quindi crediamo che la vittoria dell’Inghilterra già nel primo tempo non sia assolutamente da scartare e anzi, considerate le premesse, sembra da cogliere al volo. William Hill la offre a 2.15. L’accoppiata 1/1 invece è poco più redditizia perché va moltiplicata per 2.40.


Le Quote: Inghilterra 1.61, Pareggio 3.60, Danimarca 6.00

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