Infortunio e riposo forzato ti impediscono di allenare la gamba …

Nell'articolo precedente ho descritto per sommi capi quello che, secondo le ricerche in ambito di psicologia sportiva, sarebbe il profilo potenziale dell'atleta più a rischio di infortunarsi in gara o nel corso dell'allenamento; Atteggiamenti quali l'ansia pre- gara, la scarsa capacità personale di far fronte allo stress della competizione e i disturbi nella concentrazione possono predisporre ad un maggior rischio di farsi male. Accade questo: L'attivazione eccessiva induce tensione muscolare, difficoltà nel coordinare i movimenti e riduce il focus attentivo verso quegli stimoli ambientali (percorso, avversari..) e personali indispensabili per condurre al meglio la prestazione agonistica. Questo spreco di energie e la disattenzione agli ostacoli incontrati sul percorso possono costare care agli atleti, per questo la psicologia dello sport si propone di rinforzare le abilità mentali implicate nel rischio di cadute/ e incidenti, insegnando allo sportivo come incanalare le energie verso la performance.

Anche quando il biker è infortunato, e quindi in condizione di “riposo forzato”, l'apprendimento di alcune tecniche psicologiche gli permetterà di continuare comunque la propria preparazione e nello stesso tempo contribuirà a proteggere l'atleta da ulteriori infortuni, rinforzando quelle abilità mentale volte a contrastare alcune delle cause psicologiche predisponenti alle ricadute.

Per mezzo della preparazione mentale l'atleta infortunato potrà usufruire di tecniche attraverso le quali provare le stesse condizioni psicologiche che di solito sono presenti in lui durante la prestazione fisica vera e propria (tensione, concentrazione..), allenandosi anche ad immaginare le possibili situazioni di difficoltà che potrebbero verificarsi sul percorso così da essere preparato nel gestirle al meglio durante la gara;

A tal proposito, la visualizzazione mentale (detta anche imagery) è una tecnica che permette all'atleta di anticipare mentalmente, nella propria testa, una o più azioni motorie e gesti tecnici che solitamente sperimenta in allenamento o in gara. In questo modo il biker infortunato potrà ripassare e tenere allenati dei comportamenti motori già eseguiti in precedenza: infatti, gli studi dimostrano che il solo immaginarsi nell'atto di eseguire movimenti specifici o gesti tecnici contribuisce a mantenere le abilità tecnico- motorie apprese in passato, fino al momento di riprendere l'attività fisica vera e propria. Senza contare che attraverso l'imagery è possibile anche sperimentare mentalmente un gesto tecnico mai provato prima, o evocare sensazioni e stati emotivi positivi che solitamente, in allenamento o in gara, accompagnano quel tal movimento o azione tattica;

Approfittando del periodo di “riposo forzato” l'atleta potrà anche allenarsi al controllo delle proprie emozioni, riconoscendo le sensazioni fisiologiche provate in un certo momento, soprattutto prima di una gara importante ed imparando ad incanalare energia e adrenalina verso la prestazione agonistica piuttosto che lasciarsi “bloccare” dall'ansia intensa che precede una competizione;

La psicologia dello sport nel corso degli anni ha messo a punto anche tecniche e procedure di rilassamento e training autogeno utili nella gestione del dolore e volte a ridurre l'attivazione eccessiva che predispone l'atleta al rischio di infortunio.

Per qualsiasi curiosità o interessi di psicologia sportiva contattatemi all'indirizzo mail percorsi.mente@solobike.it

(Claudia Maffi)

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