In Veneto già 22 salvati dal numero verde anti-suicidi


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Vicenza. Il numero verde anti-suicidi per imprenditori colpiti dalla crisi in un mese ha già offerto aiuto a 22 persone. Fortemente voluto dal governatore Luca Zaia e inserito dalla Regione Veneto nell'ambito del dipartimento di prevenzione, il servizio del numero 800.33.43.43 è gestito dall'Ulss 4. Responsabile e coordinatrice del progetto è la dott. Emilia Laugelli - che è anche a capo dell'unità operativa di psicologia clinica dell'Ospedale di Santorso dove ha sede il servizio - che spiega: «In queste settimane abbiamo raccolto richieste di aiuto di piccoli e medi imprenditori dell'area produttiva o commerciale: 9 dalla provincia di Vicenza, 5 dalla provincia di Padova, 4 dall'area di Treviso, 3 da Rovigo e una da Verona». Ogni richiesta di aiuto viene valutata in base ad una scheda di rischio predisposta dal dipartimento di psicologia applicata dell'università di Padova (e in cui è docente il responsabile scientifico del progetto, il dott.Giampiero Turchi).
«In una scala di rischio che vada zero a 5 - continua la dott. Laugelli - la maggior parte delle persone è stata collocata a gravità 3, la situazione in cui non si vede futuro e si valuta come unica soluzione quella di farla finita, mentre due erano a livello 4, cioè stavano seriamente pensando di togliersi la vita. Si tratta sempre di persone disperate che spesso hanno già dovuto procedere a licenziamenti, vantano crediti che non riescono a riscuotere, non possono a pagare fornitori e dipendenti e si vedono recapitare le cartelle esattoriali. In tre casi li abbiamo agganciati dopo la segnalazione di familiari o amici.».
Il progetto si chiama "InOltre, la salute degli imprenditori" ma è aperto anche a familiari di imprenditori e lavoratori dipendenti, e l'obiettivo è proprio quello di andare oltre la disperazione e la solitudine nata dalla crisi e offrire snodi di aiuto multiplo: psicologico ma anche legale e strategie di uscita di tipo economico e finanziario. «Oggi la crisi disorienta - continua la coordinatrice - si cerca aiuto un po' ovunque, dal parroco, dalle associazioni di categoria, dalle banche, eppure nel Veneto esiste già tutta una serie di servizi di supporto avviati dal volontariato, in primis dalle Caritas diocesane e anche da associazioni di categoria, camere di commercio, sindacati, Fondazioni bancarie; tutti servizi però ancora troppo parcellizzati. Il nostro lavoro in queste settimane, provincia per provincia (oggi verrà presentato a Vicenza, ndr) è stato proprio mettere in rete tutte queste risorse per sfruttarle al meglio».
Il progetto dalla prossima settimana si concretizzerà su una piattaforma multimediale: un link sulla pagina web della Regione Veneto, la possibilità di chattare in Skype, una pagina di informazioni su Facebook e un'adeguata promozione, ma la gravità della situazione ha spinto la Regione ad avviare subito il numero verde che, evidentemente, molti si erano segnati. Il servizio funziona 24 ore al giorno grazie a quattro psicologi che si turnano all'ospedale di Santorso dove vengono accolte le richieste e indirizzate, caso per caso, ad uno dei sette psicologi, uno per provincia, specializzati in psicologia dell'emergenza e che in tempi strettissimi incontrando le persone o alla sede dello Spisal, o in azienda o in un luogo informale. «Sono tutti psicologi preparatissimi, giovani e molto motivati - spiega la dott. Laugelli - che in più di un caso hanno affrontato situazioni molto delicate risultando determinanti nell'evitare il peggio. Solo avendo contatto diretto con chi vive il dramma della crisi si può percepire la gravità della situazione. La situazione ci obbliga ad avviare con urgenza percorsi concreti di sostegno economico-finanziario. Non possiamo permetterci ferie, anzi faccio un appello affinchè tutte le realtà coinvolte intensifichino gli incontri al fine di completare la struttura del progetto, altrimenti anche il nostro sostegno di psicologi rischia di essere vanificato».

Cinzia Zuccon Morgani





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