La dr.ssa Manuela Bertocchi e il dr. Piero Muraro, psicologi, psicoterapeuti e co-direttori del Centro Terapia Familiare Eidos di Treviso
La terminologia, per i non addetti ai lavori, a prima vista è un po' complicata: “Psicoterapia Sistemico-Relazionale”. Ma in realtà, intuitivamente, non è difficile da spiegare. Si tratta di un approccio alla cura dei disturbi e dei disagi psicologici - che confermano una casistica importante soprattutto in questi tempi di crisi - mettendo in connessione i “sistemi”, e cioè le strutture sociali in cui viviamo, e le “relazioni” tra le persone che di questi sistemi fanno parte.
A cominciare dalla famiglia, il nucleo centrale di tutto e la prima protagonista di un percorso psicoterapeutico rivolto ai soggetti che necessitano di un supporto clinico mirato al riequilibrio del loro modo di porsi di fronte alle incertezze del presente, alla paura del futuro e ai problemi della quotidianità e, in definitiva, di fronte alla vita.
Sono i concetti che, in estrema sintesi, inquadrano la sfera di intervento del Centro Terapia Familiare Eidos di Treviso, sede locale del Centro Milanese di Terapia della Famiglia, che opera in ambito veneto come Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Sistemico Relazionale e Centro Clinico.
Dal 1990 presente sul territorio, il Centro Eidos di Treviso negli anni ha realizzato numerosi progetti di ricerca e intervento psicologico e sociale, sviluppando al contempo un'intensa attività in ambito formativo con la creazione e la conduzione di corsi per operatori sociali, insegnanti e per altre figure professionali correlate alla gestione delle situazioni di difficoltà e di disagio psico-sociale.
Ora il centro clinico e formativo trevigiano si apre ulteriormente alla comunità regionale, con una serie di incontri sulle tematiche più attuali del proprio settore di competenza.
Avviene anche a Bassano del Grappa, dove il prossimo giovedì 6 novembre, presso i locali della Fondazione Pirani-Cremona in via Museo 23, dalle 17.30 alle 19.30, il Centro Terapia Familiare Eidos Treviso proporrà un workshop gratuito (con iscrizione dei partecipanti, anche online, entro il 5 novembre) sul tema “Il Modello Sistemico-Relazionale come strumento per la formazione personale e professionale”. Relatori dell'incontro saranno i due co-direttori della sede Eidos di Treviso: la dr.ssa Manuela Bertocchi e il dr. Piero Muraro, entrambi psicologi e psicoterapeuti.
L'iniziativa è rivolta a una trasversale fascia di operatori interessati ad applicare il cosiddetto “pensiero sistemico”, alla base del Modello Sistemico-Relazionale, nei più diversi ambiti professionali. Un progetto mirato quindi non solo alla formazione di psicoterapeuti che lo utilizzeranno per la cura dei disturbi mentali e psicologici dei loro pazienti ma anche all'arricchimento delle competenze di altre figure - dagli assistenti sociali agli insegnanti, agli addetti alle risorse umane eccetera - che nelle rispettive attività sono chiamati in particolar modo a dover “relazionarsi” con gli altri e, non ultimi, anche con i loro problemi.
Ma, come sottolineano i promotori dell'incontro in base all'esperienza osservata negli anni, si tratta di un modello che non solo costruisce nuove professionalità, ma diviene anche un'opportunità “di crescita personale e professionale”.
Ce lo conferma la dr.ssa Manuela Bertocchi, che oltre al ruolo di co-direttore è anche la presidente di Eidos sc, la cooperativa che gestisce il Centro Terapia Familiare di Treviso.
Dr.ssa Bertocchi, di cosa si occupa dunque nello specifico il vostro Centro?
“Ci occupiamo fondamentalmente di due cose. Siamo formatori e svolgiamo attività di formazione per psicoterapeuti, per counselor e per mediatori familiari che intervengono tra le coppie in separazione, in modo funzionale alla protezione dei figli. L'altro ambito è quello clinico, focalizzato sulla psicoterapia familiare.
La nostra modalità di intervento prevede la presenza della famiglia durante il percorso terapeutico. Siamo quindi un centro di specializzazione in quella che viene definita Psicoterapia Sistemico-Relazionale: la nostra competenza è quella del sistemi umani della relazione e comunicazione. Va da sé che il sistema umano principale è la famiglia. Quando la persona ha un problema passiamo dunque attraverso la famiglia per risolverlo. Attiviamo percorsi di terapia familiare ma in realtà con le persone lavoriamo anche singolarmente, ma sempre collocando il soggetto nella sua appartenenza familiare, amicale, sociale e culturale. Si tratta di una modalità trasversale, con un raggio di azione molto ampio e coadiuvante nella cura del disturbo umorale, comportamentale e psichico.”
Come si inserisce, nell'ambito della vostra attività, l'incontro di Bassano?
“Praticando la professione da 30 anni e praticando da 10 anni la formazione di psicologi e operatori sociali abbiamo riscontrato che il pensiero sistemico è un pensiero molto prolifico nelle situazioni di disagio personale dovuto alla crisi, al lavoro, alle incertezze sul futuro. E' un pensiero fertile soprattutto in una fase in cui le persone sono già in un momento di crisi di identità, con i giovani, le donne e anche le persone più mature che mettono in discussione il loro progetto di vita professionale e personale. Di fronte alla crisi presente abbiamo due tipi di reazione: darsi per vinti e restare in stand-by oppure reagire cercando di governare questa barca nei flutti. Nel secondo caso si tratta di una scelta di investimento su sé stessi, acquisendo nuove competenze. Nel nostro ambito di formazione, dedicato ai giovani sia come psicoterapia che come counseling, si trovano e si riescono a costruire nuovi progetti professionali e di vita. Per promuovere questo pensiero e l'accesso a questo pensiero abbiamo organizzato una serie di incontri sul territorio rivolti a chi vuole investire su di sé. L'incontro di Bassano del 6 novembre fa parte di questo programma. E' un'occasione utile per i giovani che vogliono intraprendere un percorso come psicoterapeuti o come counseling, e più in generale è una proposta che aiuta a trovare nuove proiezioni nel futuro.”
Con quale scopo, in conclusione?
“Aprire una porta alla creatività. E' fondamentale, per uscire dall'impasse in cui ci troviamo.”
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