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"Il mio lavoro non mi rendeva felice. L’ho mollato per la psicologia e …

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C’è sempre tempo per mettere mano al proprio destino. E rivoluzionare tutto: lasciare l’Italia, dedicarsi allo studio della propria passione e chiedere agli utenti online un finanziamento via crowdfunding. Lo sa bene Roberto Spinelli, 34 anni, marchigiano, una laurea in Relazioni internazionali con il massimo dei voti e una carriera avviata in un’azienda calzaturiera. Per lui il futuro sembrava già scritto. Ma intorno ai trent’anni scatta il primo campanello d’allarme: “Mi facevo sempre la stessa domanda: ‘Questo lavoro da manager mi rende davvero felice?’”, racconta a ilfattoquotidiano.it. La risposta era ‘no’. Così comincia a interrogarsi su quale sia la strada da prendere. A partire dalle sue origini.

“Dal 2005 la mia cittadina, Monte San Giusto, si è trasformata nella città del sorriso grazie al ClownClown Festival e quella è stata l’occasione giusta per scoprire la mia passione per il sociale”. Roberto si mette alla prova anche con una missione umanitaria nell’ex Jugoslavia e al suo ritorno è finalmente tutto chiaro: “Ho capito che avevo sbagliato strada e che dovevo ricominciare da capo”, ammette. Così si rimbocca le maniche e s’iscrive alla facoltà di psicologia dell’Università di Urbino: “Mi sento realizzato solo quando aiuto gli altri”, spiega. Roberto studia nei brevi ritagli di tempo dal lavoro, le domeniche e durante le ferie: “Due erano le motivazioni che mi spingevano ad andare avanti – spiega -, vedere che riuscivo bene negli studi e il fatto che moltissima gente intorno a me continuava a lamentarsi della propria vita senza trovare il coraggio di cambiarla”. Nessuna pausa dal lavoro in quegli anni, tranne cinque mesi di aspettativa in cui decide di partire per un progetto in Francia: “In quel periodo ho conosciuto il loro metodo di insegnamento, quasi sempre con orientamento psicoanalitico – ricorda – e ho capito che era quello che volevo fare”.

Dopo quattro anni di fatiche, arriva finalmente la seconda laurea: “Ho pensato subito che volevo tornare in Francia”, ammette. Così, senza sperarci troppo, invia la sua candidatura all’Università di Angers, comune della Loira: “Mi dicevo: ‘Figurati se prendono me che sono italiano e ho 34 anni’”. E invece, a sorpresa, arriva l’ammissione al primo anno di specializzazione in psicopatologia: “Dentro di me avevo già deciso di partire – ammette -, sono rimasti più sconvolti i miei familiari e i miei amici”. Già, perché per molti lasciare un contratto a tempo indeterminato è una follia: “Credevano che la psicologia per me fosse un hobby e invece è la mia vera passione”, spiega. Così, l’estate scorsa, decide di licenziarsi e di fare le valigie: “Non sono scappato, ma qui in Francia una specializzazione è degna di questo nome – spiega -, non come in Italia dove dopo la laurea ti devi dividere tra master e tirocini”.

“Il piano di studi francese, infatti, prevede che una volta terminata la specializzazione diventi uno psicologo a tutti gli effetti e puoi cominciare subito a esercitare la professione”, aggiunge.
Nonostante la sua determinazione, non mancano però le difficoltà. A partire da quelle economiche: “Sono una persona razionale, quindi ero ben consapevole che andando a vivere all’estero avrei avuto molte spese – ammette -, per questo negli ultimi anni avevo messo da parte un po’ di soldi”.

Ma Roberto ha calcolato che tra affitto, tasse universitarie e spese gli serviranno circa 36mila euro: “In questi tre anni di specializzazione per me è impossibile lavorare – spiega -, anche perché i ritmi sono serratissimi e la presenza è obbligatoria, inoltre per via della mia età non posso accedere alle borse di studio”. Così ha deciso di lanciare una campagna di raccolta fondi attraverso la piattaforma GoFundMe: “Il crowdfunding mi ha dato la possibilità di presentare agli altri il mio progetto di vita e di cercare degli investitori – spiega -, d’altronde la mia è una missione per il sociale”.

In questi primi venti giorni Roberto ha raccolto oltre duemila euro, ma il suo obiettivo sono 20mila euro: “Mi ha colpito la reazione delle persone – ammette -, non solo per le donazioni, ma anche per le condivisioni sui social network”. La soddisfazione maggiore, però, è un’altra: “Ho ricevuto messaggi di persone che mi ammirano per aver avuto il coraggio di fare questo salto nel vuoto  – racconta -, e alcuni mi hanno raccontato che la mia decisione ha dato loro la spinta per cambiare vita”. E per il futuro, questa volta, ha le idee ben chiare: “Mi piacerebbe fare un’esperienza lavorativa in Francia, anche per completare la mia formazione – spiega -, e poi, un giorno, tornare in Italia per esercitare la mia nuova professione”.

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