Il lato oscuro della mente. L’Io di fronte ai cambiamenti

BARI – «Se è vero che è dovere di ogni psicologo operare nella direzione di massimizzare il benessere psicologico, psicofisico e psicosociale delle persone, tale compito non può essere di esclusiva competenza dei professionisti di questa disciplina. Al contrario, anzi, esso deve essere un obiettivo comune di tutti coloro che a qualunque titolo si occupano di individui, gruppi, organizzazioni e istituzioni […].»


cop IL LATO OSCURO DELLA MENTE

La psicologia, nella sua storia plurisecolare, ha cercato di aiutare a capire, a persone fragili di mente e carattere, che la vita va vissuta così come ci è stata donata, e che l’essere umano “perfetto” è solo un’utopia, un’illusione. Oggi, e probabilmente sempre più in futuro, la psicologia dovrà cercare di aiutare le persone a comprendere che per stare bene occorre vivere con umiltà, porsi obiettivi solo realmente raggiungibili, essere in grado di apprezzare i traguardi raggiunti. Questi obiettivi sono tanto più veri e importanti soprattutto per quanti sono investiti da responsabilità politiche, economiche, amministrative, sociali o familiari verso altri individui.
La felicità, la serenità, le emozioni positive, nessuno le può trovare senza fatica e impegno, ma esse si imparano ad apprezzare unicamente vivendo una vita umile, prudente, rispettosa degli altri. Tutto quello che amiamo conduce, tuttavia, a fasi o momenti di perdita, e quindi anche alla sofferenza. Quindi la felicità o la serenità vanno ricercate non soltanto al di fuori di se stessi, nelle proprie relazioni con gli altri, ma anche, e forse soprattutto, dentro di sé, in un equilibrio armonico tra l’investimento su se stessi e quello sugli altri. Perché, come l’amare troppo se stessi e non sufficientemente gli altri conduce, inevitabilmente, all’isolamento relazionale e sociale, anche l’essere troppo dipendente dagli altri non fornisce basi sufficientemente solide per il proprio equilibrio, per il proprio benessere emotivo, affettivo, psichico.
Fulvio Frati con questo libro mette a servizio la sua competenza professionale non solo a colleghi, professionisti o studenti delle materie psicologiche, ma anche «a quanti si interrogano su se stessi, sulla natura umana, sulle modalità di funzionamento che governano – o comunque influenzano – il comportamento delle persone, dei gruppi, delle comunità familiari e sociali». La sua disamina, infatti, può essere utile per insegnanti, avvocati, giornalisti, dipendenti o consulenti di società, enti o aziende, filosofi, ministri di culto, a chi, come professionista, quotidianamente vive e lavora insieme ad altri.

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    Scritto da antonio_calisi
    il lug 25 2012. Registrato sotto cultura spettacolo.
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