Il lato oscuro della mente. L’io di fronte ai cambiamenti – Fulvio Frati

Questo libro, essenziale come un vero manuale e accessibile come una preziosa guida, si offre a quanti, operatori sociali o anche solo persone in ricerca, vogliono continuare a indagare il senso delle domande profonde della vita e della sua felicità nell’inestricabile trama della relazione con l’altro. (Note di copertina)

Si fa presto a dire manuale. Quello di psicologia, redatto dallo psicoterapeuta Fulvio Frati per le "edizioni la meridiana" (“Il lato oscuro della mente”, 2012) è qualcosa di più e di diverso rispetto alle tante “guide” sul tema. Lo è - in primo luogo - per l’accessibilità del linguaggio e la trasversalità di analisi che afferisce a svariati ambiti psicologici; lo è - in secondo luogo - per l’accezione psico-filosofica del sottotesto, attraverso cui si può guardare al senso ultimo di alcune questioni che solleva e con le quali si cimenta (etica, spiritualità, sentimenti, amore, morte, lutto, elaborazione). E del resto, già il sottotitolo racchiude per intero l’imponente teleologia del saggio: “L’io di fronte ai cambiamenti”, si legge: come se fosse niente procedere sul crinale sdrucciolo delle “accomodazioni” che compie il nostro “sè” per stare al passo con la trama delle relazioni esterne.

Muovendo dalla diade personologica data da “temperamento e carattere”, l’analisi di Frati approda in scioltezza (di stile e contenuti), al confronto-scontro (inalienabile) con la morte; per rimarcare ulteriormente il concetto-cardine attorno al quale si evolve l’excursus: la "salvifica" ri-conduzione entro coordinate congrue ciascuno della propria vita, e il ruolo propedeutico che, in tal senso, può venire dalla psicologia. In altre parole: aiutare a prendere atto che l’armonia tra “dentro” e “fuori” (l’io e il mondo) passa attraverso la rivalutazione delle mete (spesso fittizie) che ci imponiamo e/o ci vengono imposte, nonché dall’accoglienza delle emozioni positive dentro di noi, rappresenta la sfida autentica che le scienze psicologiche devono raccogliere in questo scorcio di millennio. Nemmeno questa è cosa da poco ma ciascuno (operatori delle “professioni di aiuto”, in primis) per ciò che può, è chiamato a fare la sua parte. Scrive Frati:

“La Psicologia, nel corso della sua storia ormai plurisecolare, ha cercato anche di aiutare a capire che la vita va vissuta come ci è stata donata, e che l’essere umano “perfetto”, è solo un’utopia, un’illusione. La Psicologia, già da ora e probabilmente sempre più in futuro, dovrà perciò cercare di aiutare gli esseri umani, e soprattutto chi ha responsabilità politiche, amministrative, economiche, sociali o famigliari verso altri, a comprendere che per star bene e far star bene chi si ha vicino (…) occorre vivere con umiltà, saper porsi obiettivi solo effettivamente raggiungibili, essere in grado di apprezzare i traguardi raggiunti: la felicità, la serenità, le emozioni positive, vanno ascoltate e sentite dentro di sé”.

Sono più di 260 pagine di grande formato, capaci di incidere e suggerire un gran novero di stimoli per chi avesse tempo, voglia, e buon senso anche, per (ri)letture che richiedono un minimo di disponibilità interiore. Consigliato dunque, soprattutto, ai curiosi di se stessi e dei propri simili.

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