Il coaching in pratica per SCP Italy 2/3

Il coaching in pratica per SCP Italy 2/3


Scritto da Fabrizio Dardo


Mercoledì 04 Luglio 2012 00:00

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Coaching psychology e il valore reale del coaching. Fabrizio Dardo, psicologo associato alla SCP Italy, condivide con noi un case study.

 

L’intervento di coaching è di solito finalizzato al miglioramento della performance e della leadership individuale. Di fatto, però, una volta avviato il processo di coaching, l’intero sistema organizzativo viene coinvolto, anche se con livelli ed impatti diversi a seconda del contesto. Spesso, quindi, l’intervento di coaching viene progettato all’interno di un più ampio programma di intervento di sviluppo organizzativo, ad esempio per sostenere processi di riorganizzazione. Il caso presentato più avanti si riferisce ad un’unità organizzativa di un gruppo industriale multinazionale, che ha affrontato una profonda ed estesa trasformazione, innescata da un cambiamento nella struttura organizzativa e nelle responsabilità attribuite alle persone e da una radicale revisione dei processi, degli strumenti e delle metodologie di lavoro. Questa trasformazione è stata sostenuta da diverse tipologie di intervento: consulenza, formazione, facilitazione al lavoro di gruppo e coaching individuale ad alcune figure chiave. Uno dei leader dell’unità organizzativa a cui è stata proposta la possibilità di effettuare un percorso di coaching individuale è Elio (il caso è reale, il nome di fantasia). Elio ha una lunga esperienza professionale di tipo tecnico-specialistico; viene descritto dal management come una persona di elevata expertise, riconosciuta anche al di fuori dell’organizzazione. Sul versante gestionale è invece necessario un profondo miglioramento: Elio comunica in modo poco efficace, tende a non delegare e non riesce a trasmettere motivazione alla sua squadra. Durante la prima sessione di coaching emerge che la percezione di Elio è differente da quella dei committenti dell’intervento. Secondo Elio è l’ambiente di lavoro che non valorizza la professionalità delle risorse. Ogni suo sforzo di gestione di questa complessità è frustrato: si sente abbandonato di fronte a problemi difficilmente risolubili. Elio si definisce una persona gioviale e aperta, esattamente il contrario di come viene percepito dall’esterno.

Questa situazione è molto frequente nel coaching: il committente (Senior Manager, HR) ha la percezione di una carenza manageriale in area “soft”. Non riesce però a dare un feedback chiaro alla persona e a stimolarla e supportarla nel fronteggiare questa situazione. Chiede quindi l’intervento di un coach.

Secondo la coaching psychology, l’impostazione di un intervento, in una situazione di questo genere, può avvenire mediante differenti approcci. Se si adotta un approccio di tipo comportamentista (Passmore, 2007), ad esempio utilizzando il modello GROW (Alexander, 2006), dopo aver chiaramente definito gli obiettivi dell’intervento (fase Goal) occorre aiutare il coachee a fare un’analisi della situazione reale (fase Reality). In questo passaggio è fondamentale rendere esplicito il feedback che i committenti ed altri osservatori sono in grado di dare al coachee, ad esempio utilizzando una metodologia di feedback a 360°. Questo momento rappresenterebbe per Elio un’opportunità di confronto tra vari gap: la sua percezione e quella dei responsabili, le sue aspettative di supporto dal sistema e ciò che il sistema si aspetta come sua reazione. Si potrebbe quindi lavorare su possibili piani di azione (fase Option), che potrebbe produrre dei comportamenti nuovi da testare sul campo, per ricevere nuovi feedback (Way Forward). Se si sceglie un’impostazione di tipo cognitivo-comportamentale, pur mantenendo un quadro di pianificazione dell’azione simile al GROW, si entra in maniera più approfondita sui processi di pensiero, consapevoli e non, che sono alla base di certe reazioni. Ad esempio utilizzando il modello SPACE (Palmer Szymanska, 2007), si potrebbe cercare di capire come funziona il ciclo di reazioni cognitive, emotive e comportamentali di Elio, quando percepisce di essere in un sistema che lo lascia solo e non apprezza il suo impegno e la sua professionalità. Un approccio basato sui modelli dello Sviluppo Cognitivo (Bachkirova Cox, 2007), (Berger, 2006) potrebbe invece indagare, attraverso un test, il livello di sviluppo cognitivo di Elio, per capire quale approccio alla situazione è più adatto per lui o se è possibile un passaggio a un livello di sviluppo differente, che consenta una ristrutturazione della lettura della situazione. Oltre a questi esempi esistono altri approcci e modelli che possono essere utilizzati, ad esempio psicodinamico, solution-focused, sistemico (Palmer Whybrow, 2007). Nel caso di Elio si è adottato un approccio “Narrative coaching” (Law, 2007) basato su modelli di psicologia dell’apprendimento. In pratica si è lasciato ad Elio il tempo, in più incontri, di raccontare la sua storia, senza attivare un processo di feedback strutturato. Il coaching è stato così guidato dalla narrazione di Elio che ha portato alla decisione di mettere in partica alcune azioni di complessità e impatto crescente (dallo scrivere un diario a provare a relazionarsi con le persone in modi differenti). La condivisione della propria storia con il coach ha permesso il trasferimento di modalità di comportamento in precedenza utilizzate prevalentemente fuori, anche nell’ambiente di lavoro, aprendo nuove possibilità. Il coaching ha avuto esito positivo.

FABRIZIO DARDO

Il 12 settembre esce la terza e ultima parte dell'articolo dove Fabrizio Dardo ci parlerà del network della SCP Italy in crescita. Ti aspettiamo!

 

Alexander, G. (2006). Behavioural coaching - the GROW model. In J. Passmore (Ed.), Excellence in Coaching - The Industry Guide (pp. 61-72). London: Kogan.

Bachkirova, T., Cox, E. (2007). A cognitive-developmental approach for coach development. In S. Palmer, A. Whybrow (Eds.), Handbook of Coaching Psychology (pp. 325-350). Hove: Routledge.

Berger, J. G. (2006). Adult Development Theory and Executive Coaching Practice. In D. R. Stober, A. M. Grant (Eds.), Evidence Based Coaching Handbook (pp. 77-102). Hoboken: John Wiley and Sons.

Law, H. (2007). Narrative coaching and psychology of learning from multicultural perspectives. In S. Palmer, A. Whybrow (Eds.), Handbook of Coaching Psychology (pp. 174-192). London: Routledge.

Palmer, S., Szymanska, K. (2007). Cognitive Behavioural Coaching. In S. Palmer, A. Whybrow (Eds.), Handbook of Coaching Psychology (pp. 86-117). Hove, East Sussex, UK: Routledge.

Palmer, S., Whybrow, A. (Eds.). (2007). Handbook of Coaching Psychology. Hove: Routledge.

Passmore, J. (2007). Behavioural coaching. In S. Palmer, A. Whybrow (Eds.), Handbook of Coaching Psychology (pp. 73-85). Hove: Routledge.

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