Il buon mediatore tra psicologia e creatività del diritto



September 2, 2013   ·  
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Business People Sitting Around Table(di Salvatore Primiceri) - Si litiga spesso e per tanti motivi. Alla base di un litigio ci possono essere motivi espressi e inespressi. Talvolta la rispondenza dell’esplicito con l’inconscio é totale, talvolta no. Ciò significa che se superficialmente la lite é per motivi di diritto (io ho ragione e tu no, tanto per intenderci) ma il motivo sotteso del litigio é un altro, esso sarà di difficile risoluzione con i mezzi giuridici “ordinari”.

Ne é prova una notizia data recentemente nei telegiornali. Due vicini di casa dello stesso condominio hanno portato in tribunale una lite su queste basi: l’abitante del piano di sopra stende i panni e bagna il balcone dell’abitante del piano di sotto. Uno vuol continuare a stendere i panni, l’altro glielo vorrebbe impedire perché subirebbe dei danni col gocciolamento.
Ovviamente il problema é stato molto sintetizzato. La causa é durata oltre quattro anni, é costata cara perché sono stati numerosi gli avvocati coinvolti e la sentenza non soddisfa nessuno. In pratica il giudice ha deciso che uno può continuare a stendere i panni purché non provochi il gocciolamento di sotto (quindi i panni devono essere stesi all’interno del balcone).
C’é da scommettere che fra i due litiganti i motivi di rabbia e rancore sottesi al “pretesto” rimangono.
La recente introduzione della mediazione obbligatoria riguarda anche le liti condominiali e questa controversia si sarebbe potuta risolvere, chissà, in modo completamente diverso se le parti fossero state consigliate ad avviare un procedimento di mediazione.
Innanzitutto il mediatore avrebbe potuto metterle in condizioni di dialogare. Grazie alla riservatezza e alle sessioni separate il mediatore avrebbe potuto sviscerare eventuali problemi pregressi di rapporti tra le parti, sbloccando la parte sottesa, nascosta, inconscia del problema e facendo emergere il problema reale offrendo la possibilità alle parti di liberare ciò che provocava incomprensione, rabbia, rimuginazione.
Per fare questo il buon mediatore separa l’aspetto giuridico dall’aspetto umano e offre alle parti di essere protagoniste creative della soluzione alla lite.
Il diritto, in mediazione, diventa diritto creativo ovvero la legge che risponde alla piena volontà delle parti ovvero la volontà che diventa legge.
Il giudizio ordinario non permette questo. Affidarsi alla decisione del giudice significa accettare che un terzo decida secondo i dettami del diritto codicistico, giusti ma a volte insufficienti perché curano la parte superficiale del conflitto ma non l’animo della lite.
Per andare a fondo e per curare il conflitto trasformandolo in opportunità di incontro a 360° per le parti, é fondamentale la preparazione del mediatore.
A volte, in questa fase di start-up della mediazione, qualcuno ha detto troppo spesso che il miglior mediatore é un laureato in legge, meglio se avvocato. Questa é una sciocchezza. Ogni soggetto che voglia essere un buon mediatore deve studiare da mediatore e non parte in alcun modo avvantaggiato se, in una “vita precedente”, faceva l’avvocato.
Un buon avvocato non é per forza un buon mediatore. Anzi, la nuova legge sulla mediazione, prevedendo l’obbligo di assistenza degli avvocati per le parti durante il procedimento di mediazione, distingue in modo più netto le due professioni restituendo dignità a entrambe nel rispetto dei ruoli.
Il mediatore deve essere una persona preparata trasversalmente in campo psicologico, del counseling, in campo umanistico, tecnico e giuridico che abbia una elevata capacità di relazionarsi con la gente e di comprenderne le dinamiche comunicative, ai vari strati. Il Mediatore deve essere una persona che metta a proprio agio le parti e favorisca il risultato creativo del loro dialogo.
Il ruolo centrale di questa rivoluzione nella soluzione delle controversie in via extra giudiziale, se vogliamo, é della psicologia piuttosto che del diritto. Ma il miglior programma ideale di formazione del “mediatore perfetto” non può prescindere da una capacità innata del mediatore stesso ad essere soggetto di buon senso, disposto quindi ad una visione conciliativa della vita, anche fuori dal procedimento.

Salvatore Primiceri

(Mediatore professionista e docente formatore)

By admin

Tags: mediazione, mediazione civile, mediazione obbligatoria

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