I bimbi piemontesi ricorrono sempre di più allo psicologo

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L'Azienda Sanitaria Locale di Torino lancia l'allarme: dal 2007 sono raddoppiati i casi di giovanissimi con disturbi mentali ed emotivi.

bambino psicologi-G.C.- -3 gennaio 2013- Anoressia e bulimia, aggressività, iperattività, ansia, rabbia, paura, balbuzie, tic motori, disturbi della personalità, ossessivi e comportamentali.

Sono sempre di più i bambini che necessitano l'aiuto da parte di strutture private e pubbliche di psicologia, psichiatria e neuropsichiatria.

Solo a Torino, nel 2012, sono aumentati del 20% i casi di bambini con disturbi mentali.
Si parla del 10% degli individui nella fascia d'età infantile-adolescenziale della città.

A dare l'allarme è l'Asl del capoluogo piemontese, che nell'anno appena trascorso ha avviato le terapie di oltre diecimila piccoli pazienti. Un dato raddoppiato rispetto a quello del 2007 e che continua a crescere esponenzialmente.

Bambini e ragazzi con disagi tangibili, che faticano a ritrovare la serenità e a stare in compagnia di coetanei. Dal mutismo all'insofferenza, vi è come l'impressione che i piccoli stiano crescendo troppo rapidamente, complici i contesti sociali stressanti e le aspettative troppo pressanti sulla loro infanzia o adolescenza.
E carenze affettive, fobie scolastiche, distacchi famigliari, scarsa autostima portano così i giovanissimi a sviluppare disturbi e patologie che richiedono l'intervento anche di neuropsichiatri ed educatori.

Da ciò che si evince dai dati diffusi dall'Azienda Sanitaria Locale, pare che vi sia più attenzione da parte degli adulti ai segnali d'aiuto che i piccoli tentano di mandare, e una premura più radicata nel riceverli. Non è quindi più possibile scaricare la colpa solo ed esclusivamente sul contesto famigliare o sulla scuola: il più delle volte sono proprio genitori e insegnanti a richiedere l'aiuto per il soggetto.

Al contempo, però, l'insorgere di nuove patologie spinge gli psicologi a domandarsi quale siano le cause prime di questo aumento e quanto ancora peggiorerà prima di trovare una soluzione efficace che freni il fenomeno, che si prefigura come una grave lacuna sociale.

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