Gruppo "Studenti terroni" su Facebook Universitari di Chieti vanno …




Denunciato l’artefice della pagina su Sociologia. Azione universitaria: molti iscritti del meridione si sono risentiti

      CHIETI. Se fosse un troll, un esperimento provocatorio o una mera analisi sociologica sulle dinamiche del web, non è ancora chiaro. Ma di certo la pagina Facebook «Psicologia a Chieti ancora a numero aperto per accogliere immigrati terroni» ha creato scompiglio nel campus di via dei Vestini e oltre. Al punto che i rappresentanti di Azione universitaria si sono spinti a denunciare il fatto ai carabinieri.

      Una copia del verbale stilato il 10 aprile da un maresciallo in servizio alla stazione di via Ricciardi è stata affissa nella facoltà di Psicologia e pubblicata sulla pagina Facebook dell’associazione. È sta facendo discutere gli studenti.

      I rappresentanti Nicola D’Ambrosio, Andrea Rossi e Michele Catalano hanno raccolto le lamentele di molti studenti occupandosi personalmente di segnalare il fatto alle autorità.

      «Tale pagina», si legge nel verbale redatto nel pomeriggio di mercoledì, «ha contrariato moltissimi studenti visto che in molti veniamo dal Meridione e ci sentiamo toccati in primis».

      Al creatore della pagina, uno studente di Psicologia secondo i pettegolezzi del campus, non è rimasto che sorridere, mentre i suoi accusatori si definivano «garante dei diritti di uguaglianza e rispetto della dignità di tutti gli studenti universitari, indipendentemente da facoltà o provenienza». Un ruolo per cui hanno preso in prestito un aforisma di Rita Levi Montalcini.

      La pagina è sparita dal web e spetterà all’autorità giudiziaria stabilire se le frasi colorite sui «terroni», in bilico sul confine fra cinismo e sarcasmo, abbiano davvero peccato di diffamazione o restino solamente una goliardata.

      Resta l’amarezza nel riscontrare che nella maggior parte dei casi gli studenti nati più a sud di Vasto hanno risposto alle provocazioni peccando ancora più gravemente del presunto carnefice.

      Perché nelle settimane in cui la bacheca del gruppo è rimasta aperta si è consumato un bombardamento senza riserve da parte degli studenti del sud contro i teatini e gli abruzzesi tutti rei, a dire di molti, di non riconoscere la ricchezza che proprio i fuorisede offrono alla città. Stereotipi, come quelli che hanno dato il via alla pagina incriminata e quelli che spingono i «meridionali» a riconoscersi in un gruppo culturale a parte, con tanto di maiuscola nel verbale dei carabinieri. C’è da sperare che almeno l’esperimento sociale regali una ricerca fruttuosa.

      Francesca Rapposelli

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