Gli italiani «hanno una relazione affettiva con i social network»

MILANO - «Selfie» e social media finiscono sotto la lente indagatrice dei ricercatori. La Fondazione IBSA per la ricerca scientifica (www.fondazioneibsa.org) si è fatta promotrice insieme all'Università Cattolica dell'organizzazione di un incontro tra studiosi ed esperti internazionali dei social media per discutere l'impatto delle tecnologie nelle nostre vite e, soprattutto, affrontare il tema se esse abbiano un ruolo, o meno, nel modificare la nostra individualità. L'incontro dal titolo «Mente e social media: come cambia l'individuo?» si è svolto oggi presso l'Università Cattolica a Milano e ha visto la partecipazione di Silvia Misiti, Direttore di Fondazione IBSA, Gianni Riotta, Kate Davis, Giuseppe Riva, con la moderazione di Pierangelo Garzia.

LA SFERA INTIMA DEI SOCIAL MEDIA - Una persona su quattro nel mondo utilizza i social media ed entro il 2017 gli utilizzatori mondiali di social media sono calcolati oltre i due miliardi e mezzo. Facebook, Twitter, Whatsapp, Pinterest ed altri social media di recente generazione, in uso soprattutto tra i giovanissimi (i cosiddetti nativi digitali), fanno ormai parte integrante del nostro vivere quotidiano. Non fosse altro per il tempo che ognuno di noi dedica a questi strumenti digitali che non sono più solo mezzi di comunicazione, ma vere e proprie estensioni della nostra individualità nell'intessere a sviluppare relazioni con il prossimo. E, per la prima volta nella storia della cultura umana, i social media ci offrono la possibilità, non esente da rischi, di intrattenere contatti e rapporti con persone sconosciute, di qualsiasi parte del mondo.

L'AFFETTIVITA' DEGLI ITALIANI SUI SOCIAL - Ecco perché Un aspetto rilevante dei social media riguarda il tipo di vissuti emozionali ed aspettative che riponiamo in essi. Ma che tipo di emozioni nutriamo noi italiani verso i social media? «In Italia - dice Giuseppe Riva, docente di Psicologia della Comunicazione e Psicologia e Nuove Tecnologie della Comunicazione presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, autore di Nativi Digitali (Il Mulino) - abbiamo una relazione più affettiva con il mezzo tecnologico, pensiamo a quanto lo smartphone sia lo strumento principe per andare su Internet e come diventi il centro della nostra vita affettiva/relazionale». Giuseppe Riva è anche autore, con il suo team di collaboratori, di una ricerca originale su un fenomeno diffuso ormai in modo virale, riguardante per l'appunto l'identità, che è la pratica dei «selfie».

PERCHE' SI FANNO I SELFIE - La ricerca ha già mostrato dei risultati preliminari interessanti. È emerso che gli scopi riconosciuti all'attività del selfie sono soprattutto «far ridere e divertire gli altri» (39%), «vanità» (30%) e «raccontare un momento della propria vita» (21%). Quanto ai motivi per cui le persone si fanno i selfie, emerge che se li fanno non tanto per esprimere come sono o come si sentono (identità, aspetti interiori) bensì per raccontare agli altri con chi sono, dove sono e cosa stanno facendo (aspetti esteriori). Sono soprattutto le donne ad immortalarsi con i selfie essendo più interessate alle motivazioni interiori ('mi faccio selfie per mostrare come sono e come mi sentò'). Inoltre, affermano di sperare maggiormente di ricevere commenti positivi dagli amici sui social network, e anche di temere maggiormente di ricevere commenti negativi dagli altri.

NON UN SEMPLICE AUTOSCATTO - «Un selfie - spiega Riva - è da considerarsi differente da un semplice 'autoscatto', il quale non prevede la componente social della condivisione, e anche da un self-shot, termine che nel contesto dei nuovi media è arrivato a identificare le fotografie di se stessi a tema erotico. Vista la diffusione dei selfie, e il grande interesse che essi suscitano presso l'opinione pubblica, la stampa specializzata internazionale ha cercato spesso di approfondire il fenomeno, cercando di comprendere la sua natura, il suo significato e le sue conseguenze». E osserva: «Le persone che si fanno selfie, rispetto a coloro che non se li fanno, appaiono significativamente più estroverse (ovvero più socievoli ed entusiaste, caratterizzate da elevate capacità sociali) e più coscienziose (ovvero più caute e capaci di controllarsi, con la tendenza a pianificare le proprie azioni piuttosto che ad agire di impulso). Inoltre, essere molto estroversi si associa a un maggior utilizzo dei selfie per mostrare agli altri 'come ci si sente', mentre essere molto coscienziosi si associa al non essere particolarmente interessati ai commenti degli altri ai propri selfie, positivi o negativi che siano. Da ultimo, il tratto del neuroticismo o instabilità emotiva (tipico di persone che tendono a provare emozioni negative come rabbia e tristezza, sovente diffidenti nei confronti degli altri) si associa significativamente all'essere particolarmente preoccupati dalla possibilità di ricevere commenti negativi».

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