Giurisprudenza, lettere e psicologia, ecco le lauree che creano più …

Il censimento di Almalaurea mostra che medici e ingegneri se la cavano bene, sia come occupazione che come reddito, mentre altri laureati faticano moltissimo

davide mancino

Pubblicato

ottobre 27, 2014

*AntibufalaAttenzione! Rischio bufala elevato

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(Foto Flickr-CC/Fabio Colombari)

(Foto Flickr-CC/Fabio Colombari)

Quando si parla di lavoro non tutte le lauree sono uguali. Esistono discipline che portano (molto) più facilmente a un impiego e altre meno, campi in cui il reddito è maggiore e altri ancora dove ci si deve arrangiare con quanto si trova.

Qual è la situazione italiana? Il consorzio Alma Laurea ha raccolto proprio questi dati intervistando ex studenti di diverse facoltà italiane. Ecco cosa dicono tre anni dopo aver conseguito il titolo.

L’occupazione, intanto: quanti sono quelli che lavorano? Nel 2013 a cavarsela meglio sono soprattutto medici e ingegneri, insieme ai laureati del settore scientifico. Subito dopo viene chi si occupa di insegnamento, che tra l’altro è l’unico campo di studio in cui l’occupazione dei neo-laureati è in crescita negli ultimi anni.

Sono invece messe male le facoltà più “classiche”: fra i laureati in giurisprudenza lavora poco più di uno su due – di gran lunga l’ambito peggiore. Restano in fondo alla classifica, anche se le cose vanno già meglio, gli ambiti letterari e psicologia, insieme al settore politico-sociale (che comprende appunto anche scienze politiche).

Negli ultimi quattro anni, comunque, la situazione è peggiorata praticamente per tutti. Ma in particolare l’occupazione diminuisce per i laureati in discipline economico-statistiche (-7,4 punti percentuale dal 2010), politico-sociali (-7,8) e letterarie (-8,6).

L’occupazione è solo la prima faccia della medaglia: l’altra è il reddito. Un conto è lavorare, un altro – a volte ben distinto – guadagnare in modo dignitoso. Da un certo punto di vista qui la situazione rispecchia quella dell’occupazione – almeno per medici e ingegneri di nuovo in cima alla lista con circa 1.500 euro netti al mese (in media, e ancora tre anni dopo la laurea).

Fanno caso a parte i laureati nel settore difesa e sicurezza, che guadagnano piuttosto bene (relativamente parlando). Prima di fiondarvi a fare domanda d’immatricolazione, però, ricordate che si tratta di un settore molto piccolo. Questo significa sia che tutto sommato di posti non ce sono tanti, sia che – con un campione minore – i dati possono essere un po’ meno affidabili.

Ben sotto i mille euro troviamo invece i laureati in psicologia (in media 813 euro), ambiti letterari (896), educazione fisica (920). Menzione a parte merita giurisprudenza, laurea con cui lavorare è molto difficile ma che almeno non risulta ultima anche fra i redditi.

Dal 2010 – di nuovo – non ci sono buone notizie. Gli stipendi sono in calo pressoché ovunque tranne che per i laureati in discipline dell’insegnamento. La cosa sorprende fino a un certo punto: sono proprio giovani e neo-laureati a pagare di più la crisi, al punto che un reddito stagnante sarebbe già una buona notizia.

Spesso però non va nemmeno così, e in quattro anni i neolaureati dichiarano di aver perso 185 euro al mese con un titolo in educazione fisica, 160 in giurisprudenza, 140 in economia e materie politico-sociali.

Se avete voglia di lavorare, dunque, meglio tirare fuori un buon libro di matematica. Franceschini pensi quello che vuole: per il latinorum c’è sempre il tempo libero.


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