Gaslighting, comportamenti, vittime e conseguenze

Gaslighting” è un termine che raramente sentiamo pronunciare, ma purtroppo il fenomeno descritto da tale termine non è in realtà così raro come potreste pensare. Con la parola gaslighting si intende quella sorta di violenza psicologica perpetrata non con scatti d’ira furiosa, bensì con il subdolo tentativo di far credere al soggetto (generalmente la partner) determinate cose, minando letteralmente la fiducia che lo stesso ha nei propri confronti, portandolo a non credere più a ciò che vede e sente, come se stesse davvero perdendo il senno.

Per mettere in atto questa manipolazione mentale non bisogna essere degli psicologi, basta semplicemente trovarsi di fronte ad una persona tendenzialmente facilmente “condizionabile”, e farla sentire “sbagliata”, mettendo in dubbio persino le sue reali percezioni. Un esempio chiaro potrebbe essere quello del marito adultero, che pur di nascondere il suo tradimento porta la moglie a credere di sbagliare, di percepire e vedere prove (a sua detta) inesistenti, ma che in realtà esistono eccome!

A lungo andare, la persona soggetta a questo tipo di violenza si sentirà smarrita, persa, pronta a crollare. Il carnefice (o gasligher) può indurre la vittima a pensare ad esempio di non aver mai subito abusi o sevizie, quando invece ciò è avvenuto, attuando quello che somiglia in effetti ad un vero e proprio lavaggio del cervello.

In maniera subdola il persecutore potrebbe far credere alla vittima di essere grassa, brutta, stupida, inaffidabile, incapace, smemorata, di fare un lavoro che potrebbe fare chiunque. La vittima sarà indotta a credere che, se dovesse essere lasciata, rimarrebbe sola per sempre, perché nessuno potrebbe stare con lei. Pian piano, la vittima finirà con il convincersi che ciò che dice il suo persecutore sia in realtà vero, entrando in una spirale di depressione e condizionamento dalla quale è difficile, ma necessario, riuscire a fuggire.

Curiosità, l’origine del termine Gaslighting

La parola Gaslighting deriva in realtà dal titolo di un film del 1944, “Gas Light” (di cui potete vedere il trailer all’inizio dell’articolo), titolo tradotto in italiano con il termine “Angoscia”, e realizzato dal regista Georg Cukor, il quale mette in scena proprio questo genere di sottile violenza psicologica. Il film è a sua volta ispirato all’opera teatrale “Gas Light”, ad opera dello scrittore Patrick Hamilton (1938), in cui si narra la storia di Paula e Gregory, lei la vittima, lui il carnefice, un uomo che, per far perdere il senno alla donna, faceva sparire oggetti, abbassava le luci, facendole credere che determinate cose non fossero in realtà mai avvenute, e portandola quasi alla follia.

via | Mentesociale

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