G8, gli studiosi del Bo: «A Bolzaneto ci fu tortura»

PADOVA

G8, gli studiosi del Bo:
A Bolzaneto ci fu tortura

Perizia consegnata alla Corte Europea di Strasburgo. Gli psicologi padovani: Finir come per la Diaz

PADOVA Nella caserma di Bolzaneto a Genova nel 2001 durante i drammatici giorni del G8 ci fu tortura. Lo dice la perizia tecnico-scientifica che l’Universit di Padova, Dipartimento di Psicologia della violenza, ha inviato alla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo. Sulla Diaz la Corte Europea si gi pronunciata condannando l’Italia, colpevole di tortura. I ricercatori dell’Universit di Padova sono convinti che la stessa sentenza ci sar anche per la caserma di Bolzaneto: persone costrette a restare in piedi per ore nella stessa posizione, con l’obbligo di tenere sempre la testa china. E insulti verbali, molestie sessuali, schiaffi e altre violenze. La perizia tecnico-scientifica sui fatti di Bolzaneto, curata dal Dipartimento di Sociologia dell’Universit di Padova, stata richiesta dagli avvocati delle vittime, dopo che i ricercatori padovani avevano pubblicato il saggio Cittadinanza ferita e trauma psicopolitico, unico studio scientifico-sistematico sulle violenze al G8, realizzato da Adriano Zamperini, docente di Psicologia della violenza al Bo e da Marialuisa Menegatto, psicoterapeuta e ricercatrice dell’Universit di Padova. Un’indagine durata 14 anni.

Attraverso il metodo rigorosamente scientifico della psicologia sociale e psicologia di comunit abbiamo intervistato centinaia di persone, i testimoni, chi era stato convolto negli scontri a Genova, i famigliari o semplici spettatori degli eventi - spiega il professor Adriano Zamperini - . I risultati sono diventati pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali e sono serviti agli avvocati di parte come prova per il ricorso sul caso Bolzaneto alla Corte Europea dei diritti umani. Fa notare Zamperini: Su Bolzaneto non esistono immagini, n riprese di alcun tipo, a differenza di quanto accaduto alla Diaz o lungo le strade. Bolzaneto un buco nero che ha inghiottito centinaia di persone, li hanno definiti i desaparecidos italiani. A causa della mancanza di un registro degli arrestati non si conosce neppure il numero esatto, ma si parla di circa 500. L’indagine dell’Universit di Padova ha portato alla perizia spedita alla Corte Europea. Possiamo affermare che a Bolzaneto fu praticata tortura bianca che provoca sofferenza mentale e psicologica, come indicato dall’articolo 1 della Convenzione di Ginevra, chiariscono gli studiosi padovani. Ed elencano i punti essenziali che hanno portato a tale conclusione: a Bolzaneto prima c’ stata la desocializzazione dell’individuo con lo choc dell’arresto o con pestaggi e irruzioni brutali, sia alla Diaz, sia prelevandoli da piazze, strade, stazione, da ospedale o Pronto Soccorso. A Bolzaneto era vietato contattare l’esterno, c’era interdizione visiva, obbligo di tenere la testa china e divieto di guardare chiunque, sia agenti che altri prigionieri. Era vietato parlare, hanno utilizzato la delegittimazione sociale attraverso appellativi brutali, svilenti, sbeffeggianti ( le donne erano chiamate “putt...” e “tro...), un comitato di benvenuto salutava tutti dicendo benvenuti a Auschwitz. E ancora: a Bolzaneto le vittime hanno patito stati alterati di coscienza: ad esempio la stress position porta i recettori del corpo a non comunicare pi al cervello informazioni tattili e motorie. Ognuno di loro poi, negli anni, ha sofferto di incubi persecutori e sono rimasti convinti che i poliziotti sarebbero tornati per riportarli a Bolzaneto. Una condizione di ansia, sfiducia, ipervigilanza, che i ricercatori dell’Universit di Padova definiscono tipica dei reduci dai campi di sterminio.

Conseguenze del trattamento subito alla Bolzaneto sono ancora oggi il panico e l’ansia che si scatenano alla sola vista di un poliziotto. Insomma, la perizia non ha dubbi: a Bolzaneto fu tortura, esattamente come alla Diaz. Siamo ottimisti sul pronunciamento della Corte Europea - fa sapere il professor Zamperini - . La coerenza del giudizio vuole che se stata riconosciuta la tortura per la Diaz, si arrivi alle stesse conclusioni per Bolzaneto . Dopo questi 14 anni di indagine, cos’ha colpito di pi i ricercatori padovani? La sofferenza non riconosciuta delle vittime, che nel tempo continua a ripresentarsi. E’ tipico dei fenomeni di violenza collettiva non affrontati nell’immediato dalle istituzioni - dice Zamperini - . Le istituzioni in Italia non si sono fatte carico di quello che successo, hanno delegato tutto al sistema giuridico. E riguardo al poliziotto che recentemente ha inneggiato a quanto avvenuto a Genova, dicendo che lo rifarebbe, gli psicologi che valutazione danno? L’atteggiamento del poliziotto il sintomo di una malattia non affrontata. I singoli che hanno vissuto quel dramma sono stati lasciati soli, che fossero da una parte o dall’altra della barricata non si sono evoluti, sono rimasti con i propri convincimenti.

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