Fra medicina estetica e psicologia ecco le magie che ringiovaniscono

UFFICIO PERSONALE

Fiori alle pareti, macchinari sofisticati, soluzioni tecniche all'avanguardia per Fabio Carrara

di ANNAMARIA SBISA'

Perché tutti questi fiori? «Perché sono belli, e naturali». Siamo nell’ingresso di uno studio di medicina estetica, tradotto in ottimismo un luogo da cui esci più giovane e più bella di come eri entrata, siamo da Fabio Caprara, le sue magie sul sito clinicadermoestetica.it, piccoli interventi che fanno andare indietro di 4, 5, forse 10 anni. Provare per credere, prima ancora di cominciare a fare domande, chiediamo una dimostrazione pratica. «È questione di rispettare la fisiologia, in questo caso basta un gioco di luci e ombre sotto gli occhi». Due microiniezioni, 17 secondi in totale (misurati), 70 ore di sonno in più sul volto. Si parte con le domande, di cui elenchiamo le risposte. I più richiesti sono gli interventi che reiniettano il proprio sangue centrifugato.

Tutto riprende vita tipo pelle di vampiro, altrimenti c’è la macchina Felc che riapre lo sguardo bruciando pezzi di palpebra. Meno spaventosi, anzi dai nomi esotici come quelli dei doni dei Re Magi, i filler Gold, Diamon e Silver, acido ialuronico che aggiunge millimetri per togliere anni di vita, la paura degli aghi va superata, in alternativa c’è una macchina transdermica ma il risultato è meno sorprendente, a parte una cliente che si è buttata giù dal lettino chiedendo in ginocchio di smettere, le altre tornano e tornano…. In molte dotate di fotografie suggerenti risultato, spesso con dei collage con le diverse parti del volto, Caprara ripete che «comunque bisogna

rispettare la fisiologia del volto», quindi quando la cliente di cinquant'anni arriva con la foto della sua bocca scattata all’età di 18, si tratta e la si porta ai 30. «C’è molto lavoro psicologico, ma amo anche questa parte, e comunque tengo ferma la bussola dei miei interventi su un punto: leggeri e molto mirati, mai eccedere, una trasformazione non può che essere peggiorativa».

Alle cene le sue idee se possibile le tiene per sé: «Se scoprono il lavoro che faccio non riesco più a mangiare dalla raffica di domande», noi chiediamo se diventa una mania osservare i volti delle persone: «È cominciato da una mania». Giusta risposta, che srotoliamo a capitoli. Fabio bambino trova in casa il compendio “L’uomo sano e malato” e lo impara a memoria, sostiene di avere ancora alcune illustrazioni negli occhi. Più da grande, gli occhi cominciano a vagare sulle persone che si trova di fronte, la scansione si focalizza e si specializza su volto e sorriso. Intanto si laurea in medicina, poi in odontoiatria. Subito il suo entusiasmo si sposta su compositi bianchi alternativi a ingombranti interventi in tinta argento, insomma comincia a farne una questione estetica quando ancora, dice lui, solo pensarci era fantascienza.

L'ufficio di Fabio Caprara GLI ALTRI UFFICI Ciro Verratti Raffaele Giovine Mirko Rizzi Alessandro Belgiojoso Manfredi Ricca Idarica Gazzoni Carlo Borromeo Simona Salvini Marta Ferri Maria Cristina Didero Giuseppe Liverani Nicola Guiducci Antonella D'Errico Carla Saibene Paolo Santini Alberto Levi Emanuele Soldini Pia Bianchi Costanza Algranti Fabio Novembre André Malbert Francesca di Carrobio Alberto Alemagna Alessandra Rovati Vitali Gianmaria Beretta Calogero Rindone Davide Giudici Luca Arminio Tatiana Souchtcheva Massimo Coppola Roberto Peregalli Monica Castiglioni Luca Lucini Lo studio legale Iannaccone I servizi di Pupigia L'agenzia Vigevani Annette Hoffman Giancarlo Caremoli Dario Cerquoni Franco Raggi Elena Cova Pecori Giraldi Luca Maria Pinoli Stephan Janson Centro Veterinario San Siro Moncada di Paternò Il Numero 9 Secretary.it Nauta Yachts Fondazione Ferré Yoox.com XGLab Umberto Angelini Sorelle Ascoli Cino Zucchi Famiglia Etro Agenzia Tita Alberto Saravalle Stéphane Lissner

I tempi lo assecondano, portando con loro la mania di pelle fresca e aspetto giovane, insieme a una marea di prodotti di fantascienza, lui li coglie, prende un master in medicina estetica, e comincia a fare ricerca di prodotti. Basta che siano naturali, niente silicone per esempio, basta che i venditori lo convincano. Quando invece no? «Quando sono troppo entusiasti, o comunque esagerano». Caso di esagerazione: per vendere un apparecchio di radiofrequenza sfoderano l’effetto dell’elettrodo nell’albume dell’uovo: che friggeva. Come sarebbe stato sulla pelle, per compattarla. Caprara non si lascia entusiasmare facilmente, tripli studi a parte, è un tipo più cerebrale che emotivo.

Esempio, foto della scrivania: «Prima mettiamo in ordine». L’obiettivo era puntato su due computer e un telefono neri, nere anche le sedie intorno, un paio di occhiali da vista, insieme che galleggia su una lastra di cristallo talmente pulita da farci temere che lenti e apparecchi precipitino al suolo: la scrivania a noi pare già parecchio in ordine. «In effetti sono ossessivo, ho la mania del controllo, mi lascio andare raramente». Quando? «Quando non ho tempo di mettere in ordine». Lasciamo perdere il corto circuito, che del resto garantisce igiene e sterilizzazione, e certamente esclude scambi di fialette magiche tra le clienti, indaghiamo invece dove potrebbe finire nella vita di Fabio questo controllo, in altre parole: se non facesse il lavoro che fa, anzi i due che fa, per metà settimana Caprara è odontoiatra, quale farebbe? «Il cuoco».

Open bundled references in tabs:

Leave a Reply