Flavio Caroli: l’artista è un’antenna protesa che capta le cose in …

Flavio Caroli nello studio di Che tempo che fa, la trasmissione di Rai3 per la quale cura una rubrica settimanale sull'arteNel suo saggio sulla storia dell'arte appena pubblicato da Mondadori Electa, Flavio Caroli scrive:
"Il nostro viaggio comincia qui. Nei vent’anni che chiudono il Quattrocento e avviano il Cinquecento, infatti, le energie utilizzate fino a quel momento per padroneggiare il mondo esterno e “visibile”, si rivolgono all’interno e all’invisibile, diventano una sonda, una telecamera puntata verso l’inconscio, in una esplorazione che procederà lungo tutto il Cinquecento, il Seicento, il Settecento; che attraverserà il pensiero romantico, e poi, doppiate le Colonne d’Ercole costituite dalla pubblicazione de L’interpretazione dei sogni di Freud, anno 1900, entrerà in quella specie di caverna disomogenea e non domabile che si identifica con lo spazio della contemporaneità e della pittura contemporanea."
Abbiamo letto questa storia analitica dell'arte e dell'uomo con grande interesse e al termine sono emerse alcune domande, che gli abbiamo rivolto direttamente.

La storia dell’arte è una storia infinita: possiamo dire che se ne può scrivere per anni trovando sempre qualcosa di nuovo da dire?

Non è che ogni volta che si scrive di arte ci siano cose nuove da dire, il problema è il modo per concepirla e per pensarla. Io, per esempio, sono andato avanti per tutta la vita alla ricerca dei “primari” delle arti figurative e delle motivazioni essenziali del pensiero occidentale che a mio avviso sono come l’artista occidentale ha rappresentato il proprio corpo e il proprio volto. Altro aspetto fondamentale di questo discorso è il paesaggio, che rappresenta “l’altra faccia della luna” perché il modo con cui il mondo occidentale lo ha rappresentato è diversissimo da modo, pur bellissimo, che ha usato l’artista cinese o indiano.

Con questo libro lei parte da un momento di grande splendore dell’arte italiana: il Rinascimento. Perché?

Parto sostanzialmente dalla figura di Leonardo da Vinci che è uno dei “primari” di cui parlavo pocanzi; è colui che sconvolge l’arte in tutte le sue dimensioni, soprattutto nella rappresentazione del volto e del corpo dell’uomo. Inoltre Leonardo con le sue rappresentazioni dà il via a quello che sarà il futuro del paesaggio moderno. Io sono quarant’anni che insisto con questa mia convinzione. È l’artista che si rivela essere un “punto chiave” uno “snodo” non solo per la storia dell’arte ma anche per l’inizio della storia della psicologia, proprio perché lui stesso è uno dei fondatori teorici dell’idea stessa della psicologia moderna come del resto ormai viene universalmente riconosciuto.

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Dal Rinascimento e da Leonardo in poi, sembra che tutto sia proceduto con grande rapidità e abbia dato risultati straordinari. Come si può dare l’idea di questo cammino così lungo, veloce ed estremamente ricco?

Questa è proprio la cosa straordinaria dell’arte occidentale, che sembra avere una velocità infinitamente superiore a quella delle altri arti. Prendiamo, per esempio, l’arte buddista in Cina che si può misurare a decenni se non a secoli. Nel mondo occidentale si misura ad anni.
Io credo che se un archeologo, fra mille anni, vedesse una figura eroica di Leonardo e la raffrontasse con l’uomo, vicino a noi tormentato e macerato, rappresentato da Francis Bacon, confrontandone le date, sarebbe autorizzato a supporre che nel frattempo, siano accadute delle tragedie antropologiche terribili. Non è così: è semplicemente che nell’uomo è cambiata la propria attrezzatura filosofica, epistemologica, religiosa. In sostanza ha cambiato la consapevolezza che ha di sé.
Leonardo rappresenta l’uomo che veniva pensato dalla filosofia di quegli anni e Bacon rappresenta un uomo con tutti i dubbi delle filosofie a noi più vicine.
Lo stesso dicasi del paesaggio che ha cambiato completamente prospettiva in questi cinque secoli. Pensiamo al paesaggio romantico e al senso della vertigine che Jackson Pollock riesce a dare alle sue vedute.

Nonostante la ricchezza della nostra cultura, risulta molto spesso difficoltosa per una certa parte di pubblico, avvicinarsi all’arte contemporanea. Come mai?

L’artista è come un’antenna protesa e spessissimo capta le cose con molto anticipo sui tempi. In alcuni casi occorre del tempo perché il pubblico entri nello spirito dell’artista. D’altronde non siamo ancora del tutto abituati all’idea che il mondo sia governato dalle leggi della relatività ed Einstein le ha formulate solo un secolo fa.

Leonardo rappresenta l’uomo che veniva pensato dalla filosofia di quegli anni e Bacon rappresenta un uomo con tutti i dubbi delle filosofie a noi più vicine.
Lo stesso dicasi del paesaggio che ha cambiato completamente prospettiva in questi cinque secoli. Pensiamo al paesaggio romantico e al senso della vertigine che Jackson Pollock riesce a dare alle sue vedute.

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