Figli bocciati, ma la guida serve ai genitori. Stabilire punti fermi e …


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Salute |

Mercoledì, 13 Giugno 2012 12:23


ROMA - I ragazzi che non superano l’anno scolastico vanno puniti o consolati? Un bel problema per i genitori pieni di dubbi su come affrontare la situazione. «Non esistono ricette facili e uguali per tutti in questa delicata situazione, tuttavia è opportuno mettere alcuni punti fermi», spiega Claudio Tonzar, docente di psicologia scolastica all’Università di Urbino. «In linea generale - consiglia Tonzar che ha stilato un vero e proprio vademecum per mamme e papà - i ragazzi vanno sostenuti psicologicamente ma se è necessario, vanno anche puniti in modo costruttivo: è inutile costringerli tre mesi sui libri, mentre è molto utile toglier loro internet e telefonino per farli rendere conto della gravità della bocciatura». Naturalmente c’è caso e caso: «a volte assistiamo a bocciature inspiegabili di ragazzi dotati - ha proseguito - che si trovano in difficoltà soprattutto nel passaggio a scuole di grado superiore. Ciò accade generalmente perché lo studente non ha la consapevolezza del proprio metodo di studio e ha sopperito a esso con le sue capacità, salvo poi pagarne il prezzo. In questo caso occorre un aiuto per imparare a studiare. Ma il problema può anche essere legato a una scelta sbagliata rispetto al corso di studi ed è anche questo il motivo per cui nel passaggio alle superiori le cose non vanno troppo bene». Ma qual è la prima cosa da fare per i genitori? «Il primo punto è capire insieme cosa è successo, analizzando gli elementi che hanno portato alla bocciatura. Il secondo passo è parlare con gli insegnanti per approfondire le motivazioni, evitando l’atteggiamento di chi cerca il capro espiatorio e spiegando ai ragazzi che avrebbero dovuto impegnarsi di più, invece di giustificarli parlando di richieste eccessive da parte degli insegnanti». E che strategia per affrontare la situazione? «Innanzitutto occorre agire almeno due settimane dopo la consegna della pagella in modo che il ragazzo abbia il tempo di metabolizzare. I ragazzi devono capire che l’arrabbiatura e la delusione di mamma e papà, sono giustificabili: il loro giudizio però non deve limitarsi alla persona ma ai comportamenti e i genitori debbono insistere sul fatto che non ci si è impegnati abbastanza». È utile una punizione? «Soprattutto nel caso in cui lo studente sembra non dare importanza all’accaduto - ha ribadito Tonzar - anche se esagerare con un rimprovero, può essere controproducente. È sicuramente più utile per i ragazzi menefreghisti, un’esperienza lavorativa o negar loro internet e cellulari, soprattutto se c’è una attaccamento particolare a questi strumenti».



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