«Felice di dare una mano alla riuscita del Carnevale»




Michela Bravo, figlia dell’indimenticabile Paolo, Generale 1996 e morto nel 2006 è la più giovane tra i volontari della Fondazione. Ha 23 anni e studia psicologia

      IVREA. Il prossimo 23 febbraio, seconda domenica dedicata all’Alzata degli Abbà, Michela Bravo, compirà 23 anni. Una doppia coincidenza di date e di emozioni per la più giovane rappresentante del nutrito gruppo di volontari dello storico Carnevale di Ivrea, figlia del mai dimenticato Paolo Bravo, scomparso prematuramente nell’estate del 2006.

      Paolo Bravo, del Carnevale, è stato Generale nel 1996 e per tanti anni ricoprì l’incarico di presidente del Consorzio per l’organizzazione del Carnevale. «L’amore per una manifestazione per me magnifica ed unica al mondo l’ho ereditata da lui. Mi scorre nelle vene - racconta Michela Bravo, iscritta alla facoltà di psicologia dell’Università di Torino - fin da quando ero piccola, in braccio a papà. E sarà sempre così». Michela all’interno del gruppo di volontari si occupa degli Abbà: «Un impegno che mi piace molto, perché vedo crescere negli occhi dei bambini la consapevolezza di essere entrati a far parte di un grande mondo, che li circonda di affetto. I primi giorni infatti sono spaesati, poi acquistano sicurezza, si divertono, ci prendono gusto. Sono felici per gli applausi, per il bagno di folla. Il ruolo di coordinatrice per la gestione degli Abbà resta affidato a Monica Scarpino. È lei che mi ha insegnato tutto. Insieme seguiamo i bambini in ogni momento: nella scelta dei costumi, dietro le quinte quando si devono vestire, nelle varie fagiolate, e naturalmente durante il corteo storico. Divento quasi un tutt’uno con loro. Non m’importa se non posso avere una visione d’insieme del grande spettacolo che offre il Carnevale. Io sono contenta di dare il mio piccolo contributo al funzionamento della macchina organizzativa. Che a mio parere funziona sempre meglio, soprattutto da quando ha restituito al Carnevale la sua storia». Ed in futuro? «Il Carnevale è dentro di me, fa parte della mia vita. Com’era per mio padre. Quindi lo seguirò sempre. Per ora continuo a fare la volontaria, poi vedremo». Magari ti vedremo Mugnaia? «È inutile negare che la maggior parte delle ragazze eporediesi sogna di indossare i panni di Violetta. Io devo dire che per il momento non amo stare al centro dell’attenzione. Ma il sogno c’è».

      Per il momento Michela ha vestito i panni dell’Abbà nel 1999 e del paggio della Mugnaia l’anno dopo. Aveva 13 anni. Poi appena ha un momento libero indossa la divisa da arancere: quella degli Scacchi. La battaglia non manca? «Sì, ma sono talmente felice di quello che faccio che quell’aspetto passa in secondo piano. A godersi da spettatrice il Carnevale è mia madre, che poi mi racconta tutto. Ogni particolare di una festa che ci piace riscoprire ogni anno».

      Lydia Massia


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