Facciamo un giro in centro? – Salvatore Mancuso

La storia di Sandro Nesi, il protagonista di questo breve romanzo, è una storia ordinaria: la crisi di coppia, il fallimento di un matrimonio. La reazione di Sandro all’abbandono da parte della moglie si dipana attraverso un percorso narrativo non banale e scontato, bensì evidenziando la sottile psicologia di un uomo dal carattere complesso ed enigmatico.

"Non lo sa nessuno. La vita è un grande rebus. Ora lei è in crisi, Sandro, e sa perché? Agisce non per impulso ma per condizionamento. Tendiamo a dire e fare quello che abbiamo veduto dire e fare agli altri. Chi non si adegua è emarginato. Se facciamo cose assurde in milioni allora siamo normali e persino eroi." (pagg 28/29)

È la trama della crisi esistenziale vissuta da chi non ha più certezze alle quali aggrapparsi, con tutte le sue paure e le sue inquietudini.
Con pochi tratti di penna - e appunto partendo da una penna si viene proiettati nel racconto - Salvatore Mancuso riesce a delineare l’io del protagonista in tutta la propria intimità e sensibilità, rappresentando così una figura tormentata, disillusa dalla vita e dalla difficoltà di instaurare relazioni affettive e umane appaganti.
Il senso di abbandono e una quotidianità priva di orizzonti per lui significativi porteranno Sandro a fare presto i conti con i propri vizi e i propri limiti, nel tentativo di riconciliarsi con sé stesso prima ancora che con la vita.

Facciamo un giro in centro?, pubblicato da Masso delle Fate (2011), è un pugno di pagine da leggere in un’ora, dove però ogni riga fotografa situazioni e personaggi densi di significato e profondi, il cui intreccio ha gli ingredienti giusti per avvincere il lettore: solitudine, sensualità, gelosia, amicizia, amore, altruismo.
Di forte impatto psicologico, la lettura di questo libro dà la piacevole sensazione di scivolare via come l’acqua, grazie a uno stile espressivo essenziale. Il finale, poi, si rivela una piccola sorpresa, riscattando in parte quel velo di malinconia che avvolge tutto il racconto. Saranno molti, a nostro avviso, a riconoscersi nella sensibilità di Sandro, attraverso cui l’autore riesce a evocare sentimenti e stati d’animo condivisi dalla generazione dei cinquantenni di oggi.

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