"Ex" ai tempi di Facebook

C’è stato un tempo in cui “dimenticare” una storia d’amore finita non era tanto complesso, o almeno non tanto quanto adesso. Una volta, prima dell’arrivo e della diffusione di strumenti digitali e di social network, quando si metteva fine ad una relazione “bastava” strappare rabbiosamente le foto, conservare in uno scatolone tutti i bigliettini e i peluche, restituire indietro anelli, cambiare amici e interessi.

Detto così fa pensare a qualcosa di molto impegnativo emotivamente, a comportamenti tutt’altro che semplici da compiere ma di certo erano più possibili di quelli attuali. Dopo una sofferenza più o meno intensa l'ex entrava nel nostro passato, nei ricordi di ciò che era stato e che ora era finito. 

Oggi, invece l'era del digitale rende la rimozione dei ricordi uno dei compiti più complessi e difficili proprio per il fatto che ciascuno di noi possiede una vastità di tracce digitali che oltretutto non sono più così tanto private e segrete ma sono anche state condivise, commentate, ripostate su una miriade di siti di foto, blog, social network. 

Per cui smaltire tutti i ricordi diffusi e dispersi nella fitta rete di internet insieme a quelli conservati in memoria nei vari dispositivi come cellulari, computer, fotocamere, lettori musicali (e chi più ne ha più ne metta!) è un compito che richiede un’enorme investimento di energie e che dilata il tempo necessario per l’elaborazione emotiva di quella relazione finita e che si vorrebbe presto dimenticare (forse!). 

Studi condotti sul fenomeno hanno messo in evidenza come esistano tre modi di agire e reagire alla fine di una relazione in questa nostra era digitale: c'è chi cancella tutto, chi mantiene i ricordi e chi 'smaltisce' i ricordi in maniera selettiva. C'è, in sostanza, chi vorrebbe dimenticare senza cancellare (generalmente è chi viene lasciato) e chi ha pigiato il tasto cancella ma poi si è subito pentito (Steve Whittaker, Università della California Santa Cruz).

Poter curiosare nella vita dell'ex, avere in comune 150 "amici", il fatto che le foto si possono 'detaggare' ma non cancellare se inserite da qualcun altro, ecco che si complica ancor più la possibilità di archiviare le relazioni finite. Ecco così che le nostre storie d’amore anche se si possono definire concluse dal punto di vista sentimentale lo stesso non si può dire dal punto di vista psicologico. 

Ciò che ha preso forma, inconsciamente, è una fantasia collettiva che da sempre anima l'uomo: rimuovere l'angoscia da separazione, anestetizzarla per non soffrire. Così gli ex non vanno nel passato; anzi il passato ritorna con più forza di prima con le loro foto, i profili e le icone. Tutto si affolla nel presente.

"Ma cosa c'è di male?", direte. Niente, non c'è niente di male, ma questo crea un malessere così diffuso che non ce ne accorgiamo neanche più. E a chi fa male? Al presente, al vero presente sentimentale, che soffre perché c'è troppa roba in campo.

Come si può pensare che un amore presente possa sopravvivere a tutta una serie di richiami, di stimoli, ma soprattutto di distrazioni continue che arrivano da un passato che non se ne va? Bisogna tornare ad un presente "fatto di presente” perché senza un reale e concreto “distanziamento” la nostra mente non è libera (Raffaele Morelli, psichiatra psicoterapeuta).

Per “ovviare” a tutto quello che ho finora detto la moderna tecnologia offre dei rimedi: da una applicazione che costa solo 72 centesimi che vi permette di eliminare ogni tag, foto e post pubblicato da voi o dagli amici sul vostro profilo Facebook che abbia a che fare col vostro/a ex, all’altra che con 44,99 euro promette grandi cose: “riprogrammare la vostra mente, rimuovendo i ricordi dolorosi del passato per trovare la felicità”. 

Pensate che questo possa bastare? Chissà.

Dott.ssa Florinda Bruccoleri
Psicologa, Psicoterapeuta analista transazionale,
Psicooncologa ed esperta in psicologia forense.
Sito web: www.florindabruccoleri.it

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