Ecologia e psicologia, eco-psicologo per eco-depressi

In un mondo che si trasformarma sempre più velocemente mettendo da parte ecologia e ambiente, in una quotidianità che ci allontana sempre più dal rapporto ancestrale con la natura sorgono problemi e stress che solo un ecopsicologo può curare e alleviare. Forse può sembrare inconsueto che ci siano persone che soffrono per alienazione dalla natura o perché allarmate per come gli uomini stanno alterando e modificando il mondo in cui viviamo, eppure, è capitato almeno una volta ad ognuno di noi di sentirsi bene e in pace con se stessi dopo una passeggiata all’aria aperta.

La disciplina che coniuga la psicologia e l’ecologia nasce nei primi anni ’90 in California, è l’ecopsicologia che fonda le sue radici nella constatazione di una correlazione esistente tra crescente disagio esistenziale e aumento del degrado ambientale ed oggi più che mai è utile per dare agli uomini una diversa visione della natura. Come ha spiegato la psicologa Marcella Danon, direttrice della Scuola di Ecopsicologia di Osnago (Lecco),

La visione del mondo che coltiviamo e che ha sostituito la bellezza e la salubrità con la bruttezza e l’inquinamentoè una visione che può portare alla depressione. E’ necessario invece recuperare il contatto con la natura e le sue leggi, ricordare sempre che ogni cosa ha una sua storia. Un ciclo vitale che dobbiamo tenere presente nella sua interezza per contrastare la tendenza contemporanea a vivere solo il presente rendendoci incapaci, nei momenti di difficoltà, di vedere il bello che c’è stato prima e quello che verrà poi.

Studi hanno dimostrato che un riavvicinamento con l’ambiente naturale, anche una semplice passeggiata nel bosco, stimolano le attività dell’emisfero destro del cervello e forniscono un senso completo di benessere. Malati che dalla loro stanza vedono un bel paesaggio hanno una guarigione più rapida di quelli che non hanno vista sul verde dalla camera dell’ospedale; ma anche studi compiuti sui detenuti hanno dimostrato che gli spazi verdi rendono i comportamenti degli individui reclusi meno aggressivi di quelli che non hanno accesso all’aria aperta.

[Fonte: Adnkronos]

[Photo Credit | Thinkstock]

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