Ecco perché una colonna sonora può rendere un film davvero …

La musica fa la differenza. Anche quando si tratta di ricordare. Una colonna sonora emozionante fa sì che i volti ci rimangano impressi più a fondo nella memoria. Al contrario, un sottofondo allegro o neutro interferisce con la nostra capacità di ricordare un volto in futuro.  

 

A dimostrarlo è uno studio coordinato da Alice Mado Proverbio, docente di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica all’Università Bicocca. La ricerca, pubblicata su Nature Scientific Reports, ci dice qualcosa in più sul segreto delle colonne sonore. Del resto, come si chiede la dottoressa Mado Proverbio, «Cosa sarebbero Indiana Jones, La Pantera Rosa o il Padrino senza i loro famosi sottofondi sonori?».  

 

Lo scopo dello studio era capire come ciò che ascoltiamo influenza i processi percettivi e cognitivi. La ricerca ha coinvolto 54 studenti universitari e si è svolta in tre fasi. Nella prima ai partecipanti sono stati mostrati 56 volti; in sottofondo c’era della musica jazz o dei suoni naturali, come le onde marine. Nella fase successiva agli studenti sono state sottoposte altre 300 facce sconosciute, questa volta con una musica commovente o allegra, il rumore della pioggia oppure il silenzio. Nell’ultima fase, quella del test vero e proprio, i partecipanti vedevano altri 300 volti, di cui 200 vecchi e 100 nuovi, senza alcun sottofondo musicale, ed erano invitati a segnalare quali visi ricordavano di aver già visto.  

 

I risultati indicano che ricordiamo più facilmente ciò che abbiamo visto per la prima volta con un sottofondo toccante, oppure in silenzio. Al contrario, i suoni della pioggia e la musica allegra hanno interferito con la memorizzazione delle facce. «L’ipotesi che ci porta a fare questo esperimento – dichiara Alice Mado Proverbio – è che l’ascolto di musica emozionante sia in grado di modificare la percezione visiva dei volti, legando le caratteristiche del viso a informazioni uditive e carica emotiva generata dalla musica. Ciò potrebbe voler dire che l’ascolto di un certo tipo di musica produce una codifica della memoria più profonda». Del resto, alzi la mano chi è riuscito a dimenticare certe scene strazianti dei propri film preferiti.  

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