Doppi giochi tra psicologia e arte


Data: 2013-08-03


Autore: Emanuele Marconi

Doppi giochi tra psicologia e arte

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Emanuele Marconi
2013-08-03
In trance
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in tranceDanny Boyle dirige un thriller intrigante ed ipnotico in bilico tra realtà e immaginazione.

Siete seduti comodi su un poltroncina. Vi rilassate. Non pensate a nulla e vi lasciate travolgere dagli stimoli sensoriali cui sarete sottoposti. Ma non chiudete mai gli occhi, perché saranno le immagini – oltre alle voci e ai suoni – a ipnotizzarvi.
L’incantatore è Danny Boyle – regista premio Oscar per The Millionaire – che dirige un film che prende le mosse dal mondo dell’arte, si focalizza sulla psicologia e la tecnica dell’ipnosi, e che resta sempre in bilico tra realtà e fantasia.
Durante una battuta d’asta viene rubato un quadro di Francisco Goya – Volo di streghe. Nel tentativo di salvare l’opera il banditore d’aste Simon (James McAvoy) viene colpito alla testa dal rapinatore Frank (Vincent Cassel) e perde i sensi. Al suo risveglio in un letto d’ospedale scopre di aver perso la memoria e non ricorda cosa ne è stato del quadro. La banda di rapinatori, dunque, si rivolge a una psicologa (Rosario Dawson) nel tentativo di recuperare la tela. Le sue ipnosi condurranno i personaggi – e lo spettatore – in un vortice di ricordi, immagini e sensazioni.
In trance salta preamboli e introduzioni e si apre con la bellissima sequenza del furto che alterna le immagini del rapimento a brevi inquadrature con Simon che guarda in macchina ed esprime fatti e pensieri in qualità di narratore. L’idea centrale alla base del film – la scoperta della sorte del quadro attraverso i ricordi emersi con l’ipnosi – è geniale in quanto pone lo spettatore sullo stesso piano dei personaggi. Nessuno sa cosa è accaduto all’opera di Goya, ma tutti – per differenti motivi – hanno la necessità di ritrovarla. La verità emergerà per gradi, sebbene sia alquanto difficile parlare di verità assoluta. In trance, infatti, si propone come classico “film rompicapo”: tra immagini mentali, colpi di scena e rivelazioni – vere e false – la trama narrativa risulta assai complicata e lascia ampi spazi di libertà interpretativa.
La complessa vicenda viene presentata in maniera ancora più intrigante sfruttando l’aspetto visivo e musicale. La colonna sonora è impeccabile: detta i tempi delle scene e contribuisce a mantenere un ritmo sempre alto e spesso incalzante. Dal punto di vista filmico l’attenzione al dettaglio è maniacale: ricercati raccordi tra le inquadrature (con ampio ricorso al raccordo “a tendina”), montaggio veloce, saggio uso dei primi o primissimi piani in particolare nei momenti delle ipnosi. La fotografia curata da Anthony Dod Mantle risulta eccezionale e rappresenta sicuramente uno dei punti di forza del film. In particolare appaiono bellissimi i contrasti luminosi e cromatici presenti all’interno delle stesse inquadrature che riescono a conferire alla pellicola un aspetto visionario e onirico. Molte scene giocano sul raddoppiamento delle immagini attraverso specchi o vetrate. E in effetti uno dei temi centrali del film è proprio quello del “doppio”: doppie immagini, doppie figure, doppie personalità, doppi giochi e doppie possibilità.
Doppi ruoli, anche: gli attori interpretano ottimamente le diverse inclinazioni dei personaggi. McAvoy, in particolare, esprime in maniera efficace le molte sfaccettature della personalità di Simon.
Nel complesso In trance rappresenta un ottimo thriller che riflette sulla psicologia umana e l’ipnotismo mostrandone possibilità e rischi – in primis la manipolazione della mente, dei pensieri e dei ricordi. Ma non solo: è un film di perversioni (il gioco, le donne, i soldi) che, non fornendo spiegazioni chiare, lineari e sicure, lascia aperte le porte alle riflessioni e all’interpretazione individuale e che, forse, proprio per questo rischia di lasciare l’amaro in bocca a qualche spettatore.
In conclusione si può definire In trance come un film estremamente intrigante, ben realizzato tecnicamente e capace di offrire godimento visivo allo spettatore il quale può assistere alla proiezione in due modi: concentrandosi e prestando massima attenzione alle scene per trovare un filo logico certo, oppure abbandonarsi completamente alla visione, traendone sicuro divertimento e coinvolgimento.
In ogni caso, dopo due ore, vi ritroverete su quella poltroncina e vi sembrerà di esser stati vittime di un incantamento, forse di un ipnosi. Tranquilli, comunque: l’incantatore Danny Boyle non è un dottore e non cura pazienti; realizza film. Ed è una fortuna.

Titolo: In trance
Regista: Danny Boyle
Sceneggiatura: Joe Ahearne, John Hodge
Attori principali: James McAvoy, Vincent Cassel, Rosario Dawson
Fotografia: Anthony Dod Mantle
Montaggio: Jon Harris
Musiche: Rick Smith
Scenografie: Mark Tildesley
Costumi: Suttirat Anne Larlarb
Produzione: Pathé, Danny Boyle, Christian Colson,
Distribuzione: 20th Century Fox
Genere: thriller / mystery
Durata: 101 minuti
Uscita nelle sale italiane: 29 agosto 2013

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