Donne e lavoro: come rimettersi in gioco

Con la consulenza di Grazia Geiger, psicoterapeuta e coach PCC, autrice di Donne Numero Uno - coaching in sette sessioni (Tecniche Nuove)

 

Otto ore al giorno per cinque giorni. Un lavoratore medio nel nostro Paese impegna circa il 50% della propria giornata a lavorare investendo il 70% delle proprie opportunità intellettive, psichiche emotive e sociali.Tempo prezioso che forse non vale la pena sprecare. Anche perché, come hanno dimostrato alcune recenti ricerche, un lavoratore soddisfatto non è solo una persona più felice ma è anche un dipendente più produttivo (che vista la crisi economica, male non fa).

 

L’arte di sapersi accontentare

Certo, spesso il grado di soddisfazione che si prova al lavoro dipende dall’attività che si sta svolgendo e che non sempre corrisponde alle proprie aspettative. Diciamocelo, nella maggior parte dei casi bisogna accontentarsi di quello che si trova. C’è qualcosa di molto positivo che però accomuna tutte le professioni. Secondo Grazia Geiger, psicoterapeuta e coach PCC, “lavorare, a qualsiasi livello lo si faccia, permette disentirsi utili. È molto gratificante vedere riconosciuta dagli altri, che siano i colleghi o i superiori, la propria abilità”. Ci avevate mai pensato? “La ruotine e gli impegni quotidiani spesso ci portano a dare tutto per scontato. Invece sarebbe opportuno riflettere periodicamente sul valore del proprio lavoro per non perdere lungo il percorso il senso di ciò che facciamo.

Il lavoro che sogni: sforzati a trovare quello che ti appaga 

C’è bisogno di uno step in più per sentirsi veramente appagati dalla propria attività. “Ognuno di noi ha un lavoro dei sogni e ognuno di noi deve fare di tutto per realizzare le proprie aspirazioni” dice Grazia Geiger. In che modo? “Coltivando i propri interessi e facendolo prima di tutto nel tempo libero”. Facile a dirsi, molto meno a farsi. “Faccio un esempio: anche una donna che per guadagnarsi da vivere lavora in un ufficio può realizzare il sogno di fare la pasticcera. Iniziando per esempio da corsi online fatti nel tempo libero o decidendo di confezionare e vendere i primi dolci tra le amiche e conoscenti” sottolinea l’esperta. Uno dei lati positivi della precarietà dei tempi moderni è che se non c’è il lavoro dei desideri ce lo si può inventare e lo si può fare a qualsiasi età. “Guardatevi attorno, gli esempi da cui prendere spunto non mancano”. Insomma, raccogliete la sfida e rimettetevi in gioco.

 

L’immagine di sé

Sviluppare competenze ovviamente è importante. Avere un buon curriculum pure. Ma oggi non basta più. Soprattutto all’inizio è importante riuscire a dare una buona immagine di sé: “Trasmettere gioia, entusiasmo e avere un aspetto curato. Sembra banale dirlo, ma molte persone trascurano la parte relazionale che invece è fondamentale in ogni attività”, assicura Grazia Geiger. “Ovviamente in questo noi donne siamo un pochino avvantaggiate, perché geneticamente siamo più portate a relazionarci con il mondo”.

Impara a chiedere

Un’assunzione, un contratto, una riorganizzazione della propria attività. “La cosa peggiore che possa succedervi è che la persona che avete di fronte vi dica no” sostiene l’esperta. “Ma il rifiuto non è una mancanza di stima nei vostri confronti e non vi dovete sottovalutare per questo. Piuttosto cogliere al volo la sfida, sviluppare alcune competenze che vi potranno essere utili in futuro quando deciderete di riprovarci”. Sì, perché bisogna sempre riprovarci: “Avete presente i bambini quando insistono per avere qualcosa? Fanno la loro richiesta decine di volte fino a che il genitore non cede. Essere determinati sui propri obiettivi è quindi il primo passo per riuscire a cambiare le cose e a vivere il lavoro come una cosa positiva.

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