Donna: come amare te stessa, non solo l’8 marzo

A cura di Alessandro CozzolinoPersonal Life Coach

www.alcoach.it - alessandro.co@me.com

"Dammi un po' del tuo tempo e insieme miglioreremo la tua vita"


Lo chiamano il “sesso debole” ma non ho mai capito perché. Probabilmente la nostra società associa la bellezza, la bontà, la dedizione, il desiderio di dare e ricevere amore e protezione a qualcosa di fragile, debole, frangibile. Che errore. E che orrore constatare che i più crudeli, ingiusti e ingiustificati atti di violenza siano commessi proprio nei confronti del “debole”. Il primo essere umano con cui ciascuno di noi entra e resta in contatto è donna, la madre. È da lei che si impara e si riceve il bene, l’affetto, l’amore. È da lei che corriamo sempre e comunque. Ed è a lei, a te donna, che desidero scrivere queste poche righe in qualità di coach ma prima di tutto di essere umano uomo. 

Hai coraggio e forza in quantità incommensurabili, eppure ho la sensazione che spesso tu abbia quasi paura di discernere davvero cos’è meglio e più giusto per te. Fare i conti con la realtà spesso è faticoso e doloroso, pertanto prendere certe decisioni può far veramente male. In effetti, come egregiamente spiega lo scrittore Antonio Curnetta, “le decisioni giuste raramente rendono felici. Spesso costano tantissimo, soprattutto quelle prese contro il volere del cuore”. Ma quando sono l’arroganza, la violenza, la mancanza di tatto e di rispetto ad avvelenare le tue giornate e a sfregiarti l’anima, non puoi restare impassibile. Non aspettare che le cose cambino o, peggio ancora, che lui - l’orco di turno - cambi. Le persone non cambiano, si rivelano. Il tuo istinto ti manda segnali molto chiari, precisi e accurati, sin da subito. E se alla prima parolaccia, al primo schiaffo, ti dovesse passare per la testa di “porgere l’altra guancia”, di sottostare, di giustificare, sappi che stai per commettere l’errore più grande della tua vita. Ognuno di noi nasce con due vite: la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una.

Per questo ti invito a non aspettare, a non rimandare, a non giustificare. L’amore non è mai violenza. E se la violenza tra le mura domestiche sembra addirittura essere diventata quasi una condicio sine qua non del matrimonio, sappi che non c’è nulla di più falso e sbagliato. L’ingiusto, il male e l’anormale stanno diventando sempre più “normali”. Se ciascuna donna nel proprio piccolo si ribellasse all’infelicità gratuita e immeritata con cui il mostro con il quale si accompagna le riempie la vita, molto probabilmente vivremmo in una società più giusta e gentile. Abbi il coraggio, l’amor proprio e soprattutto la volontà di riprenderti la tua dignità. Non aver paura di denunciare, di andar via, di lasciarti alle spalle chi amore non ti dà perché non ne ha e non sa cos’è. Smetti di sentirti sbagliata, inadeguata, esigente. Non stai chiedendo la luna. Stai chiedendo ciò che umanamente ci rende immortali: l’amore. Questa parola è tutto, è vita. Il contrario della parola “amore”, infatti, è la parola "morte". In latino la parola "amors" (amore) significa "senza morte" (a-mors). In effetti, come si potrebbe mai definire una vita senza amore se non con il nome di morte? Chi non vive un sano rapporto di coppia basato sul vero amore reciproco, in un certo senso muore più velocemente e più profondamente degli altri. Siamo fatti per amare, non per subire violenze. Tutti noi abbiamo i giorni contati - anche se i più pare se ne siano dimenticati - e proprio per questo occorre godere di ogni singolo istante, prima che sia troppo tardi. 

 

Prendi, dunque, in considerazione i cinque punti seguenti e, senza aspettare l'8 marzo - la tua festa, scegli di volerti bene più di quanto hai fatto finora:

1- Non hai nessuna colpa. Chiunque sia vittima di violenza fisica o psicologica, in nessun caso è da considerarsi colpevole o comunque meritevole di tanta disumanità. Tu non fai eccezione. 

2- Non guardare indietro. Non lasciarti ingannare dalla nostalgia di ciò che sarebbe potuto essere. Non poteva essere nient’altro, altrimenti lo sarebbe stato. 

3- Pensa ai tuoi figli. Non restare dove sei “per il bene dei tuoi figli”. Ricordati che i bambini che vivono con un orco oggi, saranno gli adulti orchi di domani.

4- Inizia subito un nuovo capitolo. Non è mai troppo tardi per fare del resto della propria esistenza la parte migliore e più bella della propria vita. Siamo nati per vivere, non per sopravvivere. 

5- E ricordati che amare qualcuno significa conferirgli il potere di distruggerti confidando ciecamente nel fatto che non lo farà mai. 

Felice Festa della Donna, oggi e tutti gli altri giorni.

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