DISTURBI ALIMENTARI: LE ABBUFFATE COMPULSIVE

Quali sono i segnali dei disturbi alimentari

02.03.2012. Ormai è noto in psicologia come ci siano delle relazioni tra i disturbi di comportamento e le abbuffate compulsive. Chiaramente non tutte le ingestioni eccessive di cibo sono da considerarsi patologiche, anzi capita a tutti nella vita di abbuffarsi, almeno una volta. Diverso è invece la situazione in cui le abbuffate si ripetono con frequenza elevata. Il rapporto con il cibo è spesso condizionato dal nostro stato di equilibrio mentale e di serenità interiore. La relazione che lega i problemi delle persone all’abbuffata compulsiva è spesso complessa, tanto da arrivare a creare un circolo vizioso difficile da spezzare.
La ricerca scientifica ha messo in evidenza come, di frequente, le persone alternano le abbuffate compulsive a periodi di dieta. Non si tratta chiaramente di anoressia, dove la dieta è spesso ferrea o totale, ma di una restrizione in attesa dell’abbuffata, quasi a sentirsi “autorizzati” ad ingerire successivamente un’enorme quantità di cibo. Chiaramente queste persone avranno un peso in continua oscillazione, in base al periodo in cui si trovano (dieta o abbuffata). Le persone affette da questa problematica, a differenza di quanto accade invece nella bulimia, non mettono in atto dei comportamenti compensatori come il vomito auto-indotto o l’abuso di lassativi per eliminare le calorie ingerite. La conseguenza è proprio quella di aumentare notevolmente di peso, fino a ricominciare con la dieta successiva.
Spesso chi soffre di questo disturbo ha alla base una bassa autostima, un disturbo di personalità o un eccessivo perfezionismo (anche indotto dal nostro modello culturale che oggi continua a riproporre donne molto magre). In questo quadro clinico si colloca anche la depressione. Le motivazioni che possono portare a questo disordine alimentare sono molteplici: tra le più frequenti c’è l’instabilità emotiva. La persona utilizza l’abbuffata per alleviare l’ansia, la tristezza o la depressione arrivando ad utilizzare il cibo come elemento compensatorio per sopportare o affrontare momenti di difficoltà. Come afferma Paola di 53 anni: .
Sembra essere questo un disturbo in crescita anche in Italia, che ad oggi colpisce circa 1 milione e 300 mila persone. Le persone affette da questo disturbo devono farsi aiutare: oggi c’è anche la possibilità di ricevere una consulenza psicologica on line. Chi lo desidera può contattare direttamente uno psicologo on line esperto nella gestione di queste problematiche con l’obiettivo di correggere le proprie abitudini alimentari e ricevere consigli utili per eliminare le situazioni ad alto rischio di abbuffate alimentari.
Il servizio www.psicologo360.it può essere un valido aiuto.

Dott.ssa Simona Capurso

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