Dimmi come scrivi e ti dirò che sei Bruno Scaramuzza, studio della …

Avete mai sentito dire che dalla scrittura si può capire il carattere di un individuo? La scrittura è sicuramente fra i migliori test psicologici. “La scrittura – dice il calligrafo Bruno Scaramuzza - è un fatto spontaneo, involontario e poco soggetto alle influenze esterne. Un qualsiasi test psicologico tradizionale può essere condizionato dall’umore del momento e dal rapporto che intercorre fra l’esaminatore e l’esaminato. La scrittura,

invece, è un fatto individuale, personalissimo che, come gli atteggiamenti, la mimica, il modo di gesticolare e di camminare rivelano il carattere, la personalità, le attitudini e perfino i problemi di ogni individuo. Tant’è vero che, pur imparando a scrivere secondo una certa grafia, tutti, fin dai primi anni di scuola, personalizziamo immediatamente la nostra calligrafia e non esistono due persone al mondo che scrivano allo stesso modo. Infine, la scrittura è difficilmente controllabile dalla ragione: il sistema nervoso, infatti, imprime alla penna 9 stimoli al secondo e 550 al minuto durante al scrittura. Impossibile, dunque che la ragione o la volontà, in condizioni normali, interferiscano nell’operazione”.

A utilizzare la grafologia come strumento di conoscenza furono per primi i cinesi. “Dalla scrittura si può dedurre infallibilmente - diceva Jo Hsu, celebre saggio cinese - se lo scrivente sia persona nobile o volgare”. Ma anche nell’antica Grecia, illustri filosofi, come Aristotele e Dionigi di Alicarnasso, mostrarono vivo interesse per lo studio della scrittura. Nel II secolo dopo Cristo fu Svetonio, lo storico latino a segnalare l’importanza della grafia nella conoscenza di una persona. Nel De vita Caesarum scrisse infatti di aver potuto dedurre le doti e le più spiccate attitudini di Augusto proprio esaminando la sua calligrafia.

Ma a sistematizzare per primo gli studi sulla scrittura fu un italiano, Camillo Baldi, professore di logica e metafisica all’Università di Bologna nel XVII secolo. Nel 1622 dedicò un capitolo di un suo saggio sulla scrittura alle lettere missive, intitolandolo, appunto: “Come da una lettera missiva si conoscano la natura e le qualità dello scrivente”. Da allora molti insigni studiosi ( padre Girolamo Maria Moretti, autore del primo Trattato di grafologia, padre Agostino Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica di Milano, solo per citare qualche nome) si sono occupati della calligrafia e hanno compiuto calcoli complicatissimi per identificare una serie di modelli matematici di riferimento per l’interpretazione della scrittura.

In seguito, utilizzando la statistica, sono stati stabiliti alcuni rapporti fissi tra i vari elementi della calligrafia (altezza e larghezza delle lettere, spazio fra una lettera e l’altra e fra una parola e l’altra, eccetera) e la psicologia, il comportamento sociale e le attitudini dello scrivente. Rapporti che tuttora vengono studiati e aggiornati e che permettono una interpretazione scientifica della grafia.

Utilizzata oggi in psicologia (come strumento diagnostico) sia nella selezione del personale, nell’orientamento scolastico e professionale, la psicologia della scrittura è in piena evoluzione.

Una scrittura larga, che lascia molto spazio fra una lettera e l’altra, rivela, per esempio, spiccate attitudini scientifiche. Una scrittura oscillante, divaricata ma con lettere molto legate fra loro, significa invece propensione agli studi umanistici. Attitudini artistiche, infine, sono espresse da una calligrafia compatta (con parole molto vicine una all’altra) con aste assottigliate e occhielli (quelli delle “a”, delle “o” e delle “e”, ad esempio) molto aperti. “Ma sono infiniti – dice Scaramuzza - gli elementi che caratterizzano una scrittura. Basta pensare che per un’analisi completa che voglia dare un’indicazione sul carattere della persona, l’esperto in genere chiede almeno quindici giorni di tempo. Per una “perizia” a scopo d’orientamento scolastico bastano invece 4-5 ore. A noi, periti calligrafi, si rivolgono i tribunali, gli avvocati e tutte quelle persone che vogliono conoscere l’autenticità o meno delle mano scritture apposte su assegni, cambiali, testamenti od altri documenti”.

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