Di nuovo single: un nuovo primo appuntamento da affrontare

Diciamocelo, quando siamo andate all’altare (o a convivere) abbiamo pensato che fosse per sempre e che per sempre avremmo potuto indossare comode tute e trascorrere tranquille serate sul divano (cosa che in effetti abbiamo fatto, contribuendo allo sfascio di anime e corpi). Il risultato è che – a parte coloro che hanno vivacizzato il matrimonio intrattenendo sporadiche e fugaci relazioni (altro contributo alla fine della storia), le altre si ritrovano a 40 anni e over a ricominciare da zero. Ad andare in crisi davanti all'armadio (cosa mi metto?), davanti allo specchio (oddio!), dentro di sé: cosa voglio, cosa mi aspetto da un appuntamento? “Mettersi in campo subito dopo una rottura non porta quasi mai a incontri importanti” precisa Katia Vignoli, psicoterapeuta e autrice, tra l’altro, di Corso pratico di autostima, edizioni Riza. “Sarebbe meglio aspettare che lo stato d'animo relativo alla separazione sedimenti e ne sorga uno nuovo, senza più pensieri al passato. Il rischio è di travolgere il poveretto che ci ha invitate fuori, buttandogli addosso la telenovela della nostra storia. Quando invece, dopo un periodo che è individuale per ciascuna donna, si decide infine di buttarsi, la prima regola da tenere a mente è: frenare le aspettative”.

 

99 su 100 non sarà lui il Principe Azzurro

Ma quando mai lo è? Però diamogli/diamocici una possibilità. “Che non significa accettare di frequentare una persona soltanto per raccontarsi di vivere una relazione” continua la dottoressa Vignoli. “Piuttosto, presentarsi all’appuntamento con uno sguardo innocente e la mente libera. Vuol dire non fermarsi ai primi pensieri a cui ci porta quest'uomo, ma provare a coglierne alcuni aspetti indicativi: come ride, come mangia, come paga. Come guarda, come muove le mani, come cammina. Il protagonista della serata dovrebbe essere il corpo, osservare se ci piace come occupa lo spazio accanto a noi, per esempio. Meglio dimenticare le categorie che magari abbiamo sempre creduto fondamentali per instaurare una relazione e lasciarsi guidare dalla prima impressione. Come diceva lo psichiatra Carl Gustav Jung, le nostre prime impressioni hanno una vividezza e una nitidezza che non avranno più e sono cariche dell'energia reale che quella persona rappresenta per noi”.

 

Non partite prevenute

Prima ancora di pensare al look, non uscire quindi prevenute. Neppure su noi stesse. “Dopo un lungo periodo di digiuno amoroso si ha un'immagine di sé diversa rispetto a quella percepita dagli altri. Si tende a pensare di aver scritto in faccia che si è senza un compagno da molto tempo, finendo quasi per sentirsi in colpa. Attenzione, se la serata fallisce si finirà con giustificare l’epilogo con le proprie carenze - sono stata troppo fredda... - o dicendosi che, forse, non eravamo ancora pronte. Ma pronte per cosa? Se c’è reciproco interesse a proseguire il rapporto, meglio fare chiarezza dentro di sé e non chiudere al primo impaccio. È ovvio che lui deve piacerci, una relazione nascente non può prescindere dal desiderio”. Allora, sei innamorata? Mah, non mi dispiace... A parte un vago senso di umiliazione, uscire con un uomo che non ci piace abbastanza potrebbe rivelarsi pericoloso: se invece lui è pazzo di noi, potrebbe sommergerci di messaggini, telefonate, ecc. Può solleticare l’ego per un paio di giorni, dopo di che diventa una presenza ingombrante. Peggio del marito che abbiamo lasciato.

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