Chi possiede un animale domestico lo sa, conosce perfettamente gli effetti psicologici benefici della presenza di un animale in casa: la vita quotidiana viene arricchita da tenerezza, calore, dolcezza, conforto, fedeltà e si ha davanti un meraviglioso interlocutore in grado di dialogare anche con i silenzi di noi umani.
È stato da sempre confermato, infatti, il vantaggio di possedere un cane, un gatto, un pesciolino o qualsivoglia animaletto per ridurre l’ansia e risvegliare una vasta gamma di emozioni, compreso quel senso piacevole di onnipotenza simile a quello che suscita l’accudimento di un neonato.
Ma , in realtà, un cucciolo può sostituire un figlio?
Certo se si osservano attentamente le interazioni tra le persone e i loro animali si noterà e si ascolteranno frasi del tipo: “vieni dalla mamma”, “fai una carezza alla mamma”, “bravo il mio bambino!” e via dicendo. Questo perché le relazioni con un essere a quattro zampe, così come il rapporto con un bambino che non sa ancora parlare, sono fortemente segnate dall’assenza di dialogo verbale: non ci si arrabbia con il proprio cucciolo, anzi si vogliono sempre e sempre più coccole, incondizionate. Da qui a scorgere una analogia tra il legame con il proprio figlio e quello con il proprio animale il passo è breve. D’altra parte numerosi studi dimostrano che l’attaccamento agli animali da compagnia è particolarmente intenso e importante per le persone divorziate, per i single, per i vedovi e per le coppie senza figli.
Di certo un esserino piccolo, morbido, caldo e affettuoso può essere utile per superare il senso di frustrazione esistenziale e di solitudine.
Ma attenzione a non fare confusione umanizzando troppo questi animali. Un cane è un cane e non potrà mai trasformarsi in un bambino come nella favola di Pinocchio. Un cane non interpreta i nostri gesti come li interpreterebbe un bambino. I nostri animali rimarranno sempre “piccoli” e non raggiungeranno mai l’autosufficienza.
C’è da sottolineare comunque il fatto che solitamente nessuno confonde del tutto i ruoli, sostituendo totalmente un figlio con la presenza di un animale domestico; tranne in rari casi di personalità patologiche dove è carente la possibilità di fare un corretto esame della realtà.
Ciò che, invece, si può sostenere è che un animale può rappresentare un’ottima occasione di allenamento in vista di un figlio. Il cane, soprattutto, è un ottimo sostituto di un bebè e si presta bene come “cavia” per sperimentare la propria efficienza genitoriale.
Se una coppia è senza figli avere un animale di cui prendersi cura è sicuramente un modo buono per superare la sindrome del nido vuoto ed investire il proprio affetto positivamente.
“Io e mio marito abbiamo rimandato per anni la realizzazione del nostro desiderio di avere un figlio. Problemi economici, una casa poco spaziosa: c’era sempre un motivo per posticipare la nostra genitorialità. io, forse più di lui, soffrivo per la mia mancata maternità e così, forse per lenire la mia tristezza, abbiamo adottato un cagnolino che allora aveva meno di due mesi. Ho potuto fare la mamma. In questo senso il mio cucciolo è stato quasi l’equivalente di un figlio e forse l’occasione per fare le prove generali in attesa di un bambino vero che poi è arrivato!”.
Una testimonianza che racchiude in sé tutta l’importanza di questo tema.
Dott.ssa Florinda Bruccoleri
Psicologa, Psicoterapeuta analista transazionale,
Psicooncologa ed esperta in psicologia forense.
Sito web: www.florindabruccoleri.it