Così Google ci fa sentire più intelligenti


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Una ricerca di Yale mostra gli impatti psicologici della ricerca online: chi si informa su internet pensa di sapere molte più cose di quelle che in realtà conosce

Diletta Parlangeli

Pubblicato

maggio 6, 2015

(Foto: Corbis Images)

(Foto: Corbis Images)

Adesso si spiegano molte cose. I motori di ricerca fanno credere alle persone di essere più intelligenti di quello che in realtà sono. Questo secondo gli psicologici di Yale, che hanno condotto alcuni esperimenti: i partecipanti che si erano informati su internet in merito a un argomento, erano convinti di conoscerlo molto meglio di chi aveva invece appreso nozioni attraverso la lettura di un libro o una chiacchierata con un tutor.

“Diventa più difficile discernere la propria conoscenza da quella esterna”, spiega il ricercatore Matthew Fisher, dottorando quarto anno in psicologia all’Università di Yale: “Quando si ritrovano sole, le persone danno risposte molto meno accurate. Diventano sfocati i confini tra ciò che si sa e ciò che si pensa di conoscere“.

Sono stati oltre mille gli studenti che hanno preso parte agli esperimenti volti a misurare l’impatto psicologico della ricerca su internet. Due gruppi diversi sono stati messi davanti allo stesso tipo di contenuto, solo in forma diversa: un link per il primo gruppo, una serie di stampe per l’altro. Chi aveva consultato online era molto più convinto di padroneggiare il tema.

Il professore di Psicologia Frank Keil, della Yale University, ha detto al Telegraph che gli effetti cognitivi di “essere in modalità di ricerca” sono così potenti da far sentire le persone più intelligenti, anche quando le loro ricerche online non le hanno aiutate.


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