Conformismo sociale: il gruppo che s’impone sull’individuo


I partecipanti all’esperimento erano convinti di prendere parte ad una ricerca sul giudizio percettivo
.
In laboratorio, gli 8 studenti coinvolti dovevano stimare la lunghezza di linee rette presentate su dei cartoncini.
Una linea campione veniva mostrata a sinistra, e il compito era quello di indicare quale delle tre linea sulla destra avesse la stessa lunghezza della prima.
Le risposte venivano date ad alta voce.

In realtà, solo uno dei soggetti coinvolti in ciascun gruppo era sperimentale: il penultimo in ordine di risposta.
Nelle prime prove tutto si svolse regolarmente e, poiché era evidente quale fosse la linea della stessa lunghezza del campione, tutti fornirono la stessa risposta.
Di seguito, però, i “complici” cominciavano appositamente a comportarsi in modo strano fornendo, tutti, la risposta sbagliata (in 12 delle 18 prove previste).

Il soggetto della ricerca, dunque, si trovava in una situazione in cui il gruppo nella sua totalità contraddiceva l’evidenza percettiva.
Lo scopo era esaminare fino a che punto un individuo, in una simile situazione, fosse capace di manifestare apertamente una stima corretta basandosi sulle proprie impressioni.

I risultati mostrano che in media un terzo delle risposte fornite dai soggetti sperimentali era in lina con i giudizi espressi dalla maggioranza.
Ancor più impressionante, la constatazione che 25 partecipanti su 31 concordava con il gruppo almeno in una delle 12 prove critiche.

Interessanti indicazioni emersero dalle interviste effettuate ai partecipanti al termine della prova. Le persone, infatti, di fronte alla risposta sbagliata sollecitata dalla maggioranza, avevano reagito in modo differente: alcune avevano provato dei dubbi riguardo la propria percezione, pensando di aver sbagliato; altre, al contrario, credevano nelle proprie capacità, ma preferivano ancorarsi al giudizio della maggioranza per non apparire ridicole; altre, infine, erano riuscite a mantenere il proprio convincimento, ma avevano provato una sensazione di disagio e incertezza.

Tutti i soggetti, ad ogni modo, avevano sperimentato uno stato generale di ansia nel fornire i propri giudizi di fronte ad una maggioranza che contraddiceva l’evidenza percettiva.

La dimensione del gruppo ha un certo effetto sul processo d’influenza, anche se ad oggi non è chiara la relazione tra questa variabile e la forza della pressione verso il conformismo. Interessante è, invece, notare cosa accade nel gruppo in cui è presente un contestatore.
In esperimenti condotti attraverso il paradigma di ricerca di Asch, si è evidenziato che se anche uno solo dei sette complici si discosta dalla maggioranza, il soggetto, pur trovandosi in condizione minoritaria, riesce a resistere alla pressione conformistica, tanto nel caso in cui il contestatore fornisca la risposta corretta, quanto quella sbagliata.

I risultati di Asch sono stati replicati da altri ricercatori in vari paesi del mondo, e da un’analisi complessiva emerge questo bisogno universale delle persone di essere accettate dagli altri. Così, si tende a conformare opinioni e comportamenti al modo di agire e pensare di chi sta attorno.

Si tratta di un fenomeno noto in Psicologia Sociale con il nome di influenza sociale normativa, la quale conduce ad una acquiescenza pubblica: gli individui fingono di accettare la norma del gruppo per non incorrere nella disapprovazione sociale, anche di fronte ad estranei, ma in realtà ritengono tale norma sbagliata.

Per approfondimenti
S. E. Asch, Effects of group pressare upon the modification and distortion of judgment, in Groups, leadership, and men, H. Guetzkow (a cura di), Carnegie Press, Pittsburgh 1951, pp. 177-190.

Leave a Reply