Con la consulenza di Domenico Bagatin, psicoteraputa
Arriva in ufficio e non saluta, ordina e non chiede mai per favore e allora dell’uscita trova sempre una scusa per trattenerti alla scrivania. Prepotenze e modi sgarbati sono all’ordine del giorno e possono trasformare quelle otto ore in ufficio in uno stress continuo. C’è chi trova il coraggio di rispondergli per le rime, chi si nasconde dietro a mille sì, chi si paralizza perché si sente piccola e sola. Alcune protestano, altre riescono a disorientare il capo con battutine ironiche. «Sono vie di fuga valide, ma è fondamentale come prima cosa capire chi si ha davanti e studiare i suoi punti deboli, le sue manie, le sue ossessioni», spiega Domenico Bagatin, psicoteraputa.
Come riconoscere un capo prepotente
«Si riconosce subito: basta osservare come si muove, come sta seduto, come guarda i colleghi. Ci sono segnali chiari: per esempio il superiore parla con le braccia conserte. In questo modo comunica che non è aperto al dialogo ed è fermo sulle sue posizioni», aggiunge Bagatin. Se ha un’idea ritiene che solo la sua è quella giusta. Quando il capo parla fissando l’interlocutore senza battere ciglio vuol dire che lo sta studiando: è la sua strategia per tenere tutto sotto controllo, per individuare pregi e difetti del collaboratore. Al momento giusto sfrutterà queste qualità o punti di debolezza per affermare ancora di più la sua autorità. Se si accorge che qualcuno è in difficoltà davanti a lui, non si lascia sfuggire qualche battuta acida. Il suo obiettivo è quello di colpire il punto debole di chi lavora per lui. Perché solo così, secondo lui, è possibile dimostrare la sua forza, il suo potere.
Le debolezze del capo
Ma anche il più autoritario dei dirigenti può essere smascherato nelle sue debolezze. Tamburella con le dita sulla scrivania? È un campanello d’allarme: si sta innervosendo. Occhio: un capo che perde il controllo ha subito a sua volta delle frustrazioni magari da un altro capo prepotente che lo ha fatto sentire sotto esame. Vederlo in questa nuova luce ci aiuterà ad affrontarlo con meno paura e più grinta!
Strategie di sopravvivenza
Prima regola: di fronte alle sue angherie non tacere quando sei sicura delle tue capacità. In quel caso metti in evidenza le tue ragioni. Anche il capo presuntuoso stima una donna così coraggiosa e sotto sotto la vuole accanto a sé. Potrebbe anche proporle mansioni di responsabilità. Se urla non lasciarti intimorire reagisci sorridendo e facendo la finta svampita. Quando il capo reagisce in quel modo è perché è molto stressato e in una simile condizione ricevere un sorriso lo destressa. Altro utile stratagemma: imparare a programmare. Decidere su cosa focalizzarsi nei prossimi 15 minuti e dedicarsi completamente a quell’attività riducendo il più possibile ciò che deriva dalle “sgridate” o dai malumori del capo. E quando proprio ci sentiamo giù di corda e senza più possibilità di reagire prova a concentrarti sul momento presente chiedendoti: a cosa sto pensando? Dov’è la mia mente ora? Non ti serve rimuginare le angherie del boss per tornare operativa. Ti serve ritornare in te stessa e sentire che respiri, vivi, sei in grado di concentrarti anche se lui è arrogante! Questa consapevolezza ti aiuterà a recuperare autostima e a proporti a lui con maggior grinta.