Come riuscire a interpretare la mente, non sempre affidabile!

Non tutto quello che i nostri cinque sensi ci comunicano corrisponde a verità. La vista mente con le illusioni ottiche. L’udito non è da meno… (il celeberrimo “fischio per fiasco” ne è un esempio). E il tatto? Provate a immergere contemporaneamente una mano in una bacinella colma di acqua molto calda e l’altra in un’altra bacinella con dell’acqua molto fredda. La sensazione sarà identica (simile a un lieve bruciore) per entrambe le mani e sarà difficile distinguere quale delle due mani è immersa nell’acqua calda e quale nell’acqua fredda, a meno che non lo si sappia prima!  Si potrebbe andare avanti all’infinito ma basta questo per capire che in realtà il nostro cervello non è affidabile al 100%, e che molto spesso ci fa credere cose assolutamente false. O forse, più semplicemente, ciò che percepiamo è spesso frutto di ciò che inconsciamente proiettiamo. La ragione, pertanto, non ha sempre ragione. Siamo convinti che il mondo sia una realtà che ci invia messaggi e segnali a cui noi conseguentemente rispondiamo. Ma questo è vero solo in parte. Nella stragrande maggioranza dei casi, siamo noi a inviare messaggi e segnali al mondo esterno. Il modo in cui parliamo, la nostra postura, il nostro linguaggio non verbale, anche i nostri più semplici sospiri comunicano con il mondo esterno proiettando fuori ciò che abbiamo dentro. 

Se è vero che esistono realtà oggettive innegabili (il sole sorge al mattino e tramonta la sera, la nostra altezza, il nostro peso ecc.), esistono altrettante realtà che sono solo frutto di una nostra percezione, nonché proiezione. Se provate a pensare a una persona in maniera buffa e divertente, è altamente probabile che dopo poco iniziate a sorridere e - perché no - addirittura a ridere. Se provate poi a pensare alla stessa persona in modo sinistro, minaccioso e inquietante, è altrettanto probabile che avvertiate una sensazione spiacevole di negatività e malessere. Eppure si tratta sempre della stessa persona. Allora, qual è la verità? 

La verità è quella che la vostra mente vi spinge a credere, quella che vi fa più comodo ritenere sia vera. Se è così, conviene “allenare” la mente a pensare ciò che risulti quanto più efficace ed efficiente per il nostro benessere. In fin dei conti, a chi o a cosa giova pensare pensieri negativi? Che risultati si ottengono? Secondo uno studio scientifico, pensare per 60 secondi a qualcosa di negativo lascia il sistema immunitario in uno stato deficitario per circa sei ore. 

La nostra mente, inquinata da convinzioni limitate e limitanti tipiche delle società occidentali, è convinta (e ci convince) che il benessere sia qualcosa che può solo venire da fuori: una casa più grande, una nuova automobile, un viaggio in un resort extra lusso, un nuovo amore… Eppure, nelle società orientali è oltremodo diffusa la pratica di attività tanto fisiche (come lo yoga) quanto mentali (come la meditazione) che educano la persona a trovare ciò che cerca e ciò di cui ha realmente bisogno dentro di sé e non fuori. 

Il nostro cervello è uno strumento estremamente forte, potente e soprattutto malleabile. Possiamo “allenarlo” a essere un nostro fedele alleato, anziché caderne vittima. Occorre anzitutto lavorare sull’immagine della nostra persona che il nostro cervello ci rimanda. Quello che pensiamo di noi stessi incide profondamente sulla qualità dei pensieri che elaboriamo sul mondo esterno. Sebbene alcuni eventi siano oggettivamente causa di dolore e di dispiacere, sebbene alcune persone possano davvero farci soffrire, sarebbe più efficace imparare a gestire le emozioni che tali eventi o persone suscitano in noi. Come? Ecco tre suggerimenti di base:

1- Accettare che la vita è un “pacchetto” che include alti e bassi, gioie e dolori, e non prevede alcun “manuale per l’utente” né un “libretto per le istruzioni”;

2- Comprendere che ciascuno di noi ha le proprie qualità e i propri difetti, e che tutte le persone con cui interagiamo combattono quotidianamente una o più battaglie contro i loro stessi dolori di cui noi conosciamo poco o nulla;

3- Capire che la vita non sempre è giusta e che la perfezione non esiste.

Questi vogliono solo essere alcuni spunti di riflessione su quel benessere e quella felicità a cui tutti aspiriamo mentre viviamo questa avventura che chiamiamo Vita, che ha per tutti lo stesso inizio - la nascita - e la stessa fine - la morte - ma che a tutti cela i suoi misteri, i suoi tempi, i suoi piani e le sue motivazioni. C’è solo uno strumento che ci può aiutare a vivere quest’avventura con più efficacia, con maggiore serenità e più attenzione: si chiama mente. Se la sappiamo usare a nostro vantaggio, torna molto utile. Se invece confidiamo in essa ciecamente, senza mai metterla in discussione, corriamo il rischio di giungere a conclusioni inesatte e finiamo con il credere passivamente a ciò che sembra vero ma vero non è proprio perché la mente… mente. 

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