Come funziona il cervello di un bieco egoista

Alcuni individui non hanno remore di fronte alla possibilità di ottenere un vantaggio che contemporaneamente ed esplicitamente danneggia un'altra persona. Tendiamo a definirli egoisti o, con un termine più "scientifico", machiavellici. Su di loro esiste già una vasta letteratura che si concentra su fattori sociali, cognitivi e neurali. L'ultimo studio in ordine di tempo, opera di un gruppo di ricercatori dell'Università di Péc, in Ungheria, e pubblicato su Brain and Cognition, cerca di fare luce sul funzionamento del loro cervello.

 

Chi sono i machiavellici. La premessa di base è che le persone normalmente riconosco gli atti di cortesia o di correttezza e rispondono ad essi in modo coerente; se invece agiscono in modo opposto sanno di aver commesso una scorrettezza. I machiavellici, pur riconoscendo un atto di gentilezza, non si sentono obbligati in alcun modo e anzi tendono ad approfittarne al fine di ottenere il massimo beneficio per se stessi.

 

L'impostazione dell'esperimento. Per analizzare questo tipo di comportamento, i ricercatori ungheresi hanno radunato alcuni studenti con diversi gradi di atteggiamento machiavellico, chiedendo loro di interagire economicamente con una persona (chiamiamola per comodità X).

 

Gli studenti erano convinti che X fosse una persona in carne e ossa, ma in realtà si trattava di un computer, escamotage adottato per evitare che un fattore umano esterno agli studenti potesse inficiare i dati raccolti.

 

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La fase 1 dell'esperimento. Nella prima fase dell'esperimento agli studenti è stata consegnata una piccola quantità di denaro. Ognuno doveva decidere quanto darne a X, sapendo che quella somma sarebbe stata triplicata al momento della consegna e che una parte sarebbe tornata indietro a discrezione di X.

 

In fase di programmazione di X, i ricercatori hanno stabilito che avrebbe scelto del tutto casualmente se restituire una quantità di denaro giusta oppure una platealmente ingiusta (ovvero molto meno di quanto prestato).

 

La fase 2 dell'esperimento. In un secondo momento la situazione è stata ribaltata: gli studenti hanno ricevuto il denaro da X (sempre pensando di interagire con una persona in carne e ossa) ed è stato chiesto loro di decidere quanto restituire. In questo modo è stata data loro la possibilità di punire l'eventuale comportamento disonesto oppure di ricambiare l'onestà.

 

 


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I risultati. Nel corso dell'esperimento si è notato che di fronte a un comportamento disonesto tutti gli studenti ricambiavano sostanzialmente con la stessa moneta. Nel caso invece di un comportamento onesto, i machiavellici tendevano a non ricambiare affatto, e per questa ragione si sono ritrovati, alla fine, con un bottino maggiore.

 

Il funzionamento del cervello. I ricercatori hanno notato che questa differenza di comportamento aveva un corrispettivo nell'attività neuronale: nel cervello dei machiavellici aumentava notevolmente di fronte a un atteggiamento onesto, mentre per i non machiavellici era l'esatto opposto.

 

Osservando più da vicino le aree del cervello interessate dall'attività neuronale, è emerso che l'attività dei machiavellici riguardava soprattutto le zone che controllano l'inibizione e la creatività. La deduzione è che di fronte a un comportamento onesto i machiavellici inibiscono l'istinto di ricambiare l'onestà e contemporaneamente cercano di calcolare come trarre il maggiore vantaggio dalla situazione.

 

Va osservato che simili conclusioni non vengono viste di buon occhio da tutti i neuroscienziati: alcuni non riconoscono la validità della cosidetta "inferenza inversa" ovvero il ragionamento mediante il quale, data l’attivazione di una certa regione del cervello, si conclude che una certa capacità cognitiva è in azione.

 

Tuttavia, i risultati di questa ricerca confermano studi precedenti. Per esempio gli studi psicologici hanno evidenziato che i machiavellici hanno scarsa empatia, controllano di continuo gli altri per sfruttare la situazione a loro vantaggio. Anche un altro studio di neuroimaging meno recente aveva evidenziato che i machiavellici sono sempre alla ricerca di modi per sfruttare gli altri. 

 

E dunque? I nuovi risultati, almeno, ci suggeriscono come comportarci con gli egoisti più insensibili. Se siamo gentili, corretti e cooperiamo quantomeno gli rendiamo la vita (cerebrale) più difficile, rischiando di mandarli in tilt mentre cercano il modo migliore per approfittare di noi.

 

Certo, poi occorre anche difendersi, e non farsi fregare come dei bamboccioni. Ma questa è un'altra storia.

 

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