A cura di Alessandro Cozzolino, Personal Life Coach
Web: www.alcoach.it - Email: alessandro.co@me.com
"Dammi un po' del tuo tempo e io ti restituirò la tua vita"
Capita a tutti noi, a volte nelle situazioni più inaspettate ma anche in contesti decisamente prevedibili, di perdere le staffe, inveire contro qualcuno, attaccare o sentirci attaccati. È la rabbia che ci assale e il più delle volte non apporta nessun vero beneficio, anzi.
In merito all’ira, Marco Aurelio affermava: “Contro le cose non conviene adirarsi giacché esse non se ne curano affatto”. E le persone? Aristotele sosteneva che “Tutti sono in grado di arrabbiarsi: questa è cosa facile. Ma arrabbiarsi con la persona giusta, con la giusta intensità, nel modo giusto, nel momento giusto e per un giusto motivo, non è nelle possibilità di chiunque e non è cosa facile”. Che sia rivolta contro le persone o le cose o le situazioni, la rabbia è un impulso di auto-conservazione presente sia negli esseri umani che negli animali ed esplode quando ci si sente tormentati o intrappolati. Molto spesso l’ira è una reazione alla percezione di subire un’ingiustizia o un danno da parte di altri soggetti. Negli individui facilmente irritabili, scontrosi e villani, l’ira diventa un tratto caratteriale per cui ogni minima cosa può innescare reazioni colleriche e violente.
Dare sfogo alla propria rabbia è sicuramente più salutare che reprimerla ma occorre saper valutare con cura le modalità, i toni e soprattutto le conseguenze. Se è vero che la storia è maestra di vita, ciascuno di noi può trarre importanti insegnamenti dal proprio passato. A tale proposito, può tornare utile porsi le seguenti sette domande:
- Come mi sono sentito l’ultima volta che mi sono arrabbiato?
- Cosa è successo dopo?
- Cosa è cambiato?
- Che risultati ho conseguito?
- La relazione con la persona contro cui era rivolta la mia ira è migliorata, peggiorata, o è rimasta inalterata?
- Cosa ho guadagnato?
- Cosa ho perso?
Siete riusciti a rispondere a tutte? È tempo di trovare una soluzione...