Come aumentare la concentrazione – Fase 2

RUBRICA – PSICOLOGIA DELLO SPORT -

In precedenza abbiamo introdotto il tema della concentrazione, proponendo un primo, ma sostanziale, approccio: quello visivo. “La concentrazione va dove va l’occhio” ed è importante inoltre comprendere un aspetto peculiare di questo senso: noi possiamo controllare volontariamente quello che vogliamo vedere, mentre non possiamo fare altrettanto per quanto riguarda gli altri sensi: non possiamo, ad esempio, non sentire un suono a noi vicino, così come non possiamo non sentire un odore. Possiamo assuefarci ad essi, renderli poco interessanti, ma ciò avviene quasi sempre in un secondo momento e non manipolandoli direttamente: di norma dobbiamo distrarci da essi, focalizzandoci su altro, con continue interferenze e “ricadute”. Per la vista, invece, siamo noi i direttori d’orchestra: siamo coloro che decidono cosa vedere oppure no (nei limiti fisici, ovviamente, del nostro sguardo).

Per chi parte da zero, lavorare anche solo sulla capacità di controllo del campo visivo può determinare dei notevoli cambiamenti nel brevissimo termine, con risultati tangibili.

Dopo questa breve considerazione, possiamo ora passare alla fase 2 degli allenamenti per migliorare la nostra concentrazione, esso consiste nell’esercizio della scatola. A cosa si riferisce?

Esso viene utilizzato per la gestione dei pensieri negativi. Di base, ogni persona, è sufficientemente in grado di concentrarsi. Quasi sempre non ci riusciamo a causa di pensieri negativi che si intromettono e ci infastidiscono o distraggono: “non sono abbastanza bravo”, “quello è meglio di me”, “mio papà mi sgrida se sbaglio”, “mi stanno guardando tutti”, “oggi volevo stare a casa a giocare alla playstation” (eh sì, anche questo). Chiaramente, il tentativo di risolvere questi conflitti porterà a ragionare al di fuori del campo di gioco e a non impiegare le proprie risorse dove servirebbe. Metaforicamente, si può dire che noi abbiamo una “batteria interna” che si consuma nell’arco della giornata, finchè stanchi non andiamo a dormire per ricaricarla. Durante una sessione sportiva, la nostra batteria viene fatta funzionare a pieno regime e quando cerchiamo ulteriore energia per alimentare altre funzioni esterne ad essa (come i pensieri negativi), il nostro mentecorpo va a sottrarre risorse alla prestazione. In pratica, la nostra capacità di far fluire energia nello sport ha un limite e noi lo… abbassiamo.

Per questo motivo, sarebbe indispensabile imparare a regolare i propri pensieri PRIMA della prestazione sportiva, per evitare di dover “rincorrere la propria testa in corsa” sprecando ulteriori energie per reindirizzarla dove vogliamo. Il tema merita di essere approfondito nei prossimi articoli, con l’idea di sviscerarne i segreti e di suggerire diverse modalità di azione, ma oggi vorrei presentarvi un semplice esercizio da effettuare prima di una competizione, che ha lo scopo di moderare l’influsso dei pensieri negativi. Si tratta del già citato esercizio della scatola. E’ un noto esercizio di visualizzazione:

Prima di tutto immaginatevi a casa vostra, in un posto comodo, seduti magari sul divano del soggiorno. Il vostro compito è quello di far emergere i pensieri negativi che vi stanno attanagliando in questo pre-gara. Non nascondeteli, anzi, fateli emergere in tutto il loro splendore! Immaginate che, vicino a dove siete seduti ci siano un foglio bianco, una penna e una scatola, una di quelle di legno che può contenere piccoli tesori. Ora prendete la penna e scrivete sul foglio bianco il pensiero negativo che non vi dà pace: “mi sento inferiore agli avversari, faccio schifo, oggi farò una figuraccia”. Scrivetelo bene, rileggetelo, anche 2 o 3 volte. Fatto questo piegate a metà il foglio, e poi in 4. Ora non è più leggibile, sapete che il pensiero è lì ma non riuscite più a leggerlo. Aprite la scatola e inserite il foglio piegato, poi chiudete il cofanetto. Ora non è più visibile nemmeno il foglio, sapete che è lì dentro ma potete più vederlo. Alzatevi dal divano e prendete la scatola con voi. Aprite un armadio di casa e mettete la scatola lì dentro e chiudete l’anta. Ora non vedete più nemmeno la scatola. Incamminatevi verso la porta di casa e uscite fuori fino a ritornare al contesto della gara. Il vostro pensiero è ora al sicuro, e saprete ritrovarlo quando vorrete. Potete finalmente tornare alla vostra gara.

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Dott. Mauro Lucchetta – Psicologo dello Sport

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