Combattere la depressione: i videogiochi potrebbero diventare la …

Ragazzino che gioca ai videogames

Combattere la depressione è una sfida ormai all’ordine del giorno; la lotta coinvolge più discipline, oltre alla psicologia e il passaggio attraverso di esse va ad aggiungere, di tanto in tanto, un nuovo tassello verso la scoperta di una terapia idonea. Questa volta la novità arriva dalla Nuova Zelanda, e riguarda l’utilizzo di un videogame, chiamato Sparx, che sembra avere effetti positivi sui ragazzi affetti da forme lievi di depressione. Il contributo e i risultati ottenuti sono al pari di quelli offerti dalla terapia tradizionale. Al momento non si tratta di un prodotto commerciale, ma solo di uno strumento di studio, ma non è esclusa la disponibilità al pubblico in futuro.

Cos’è Sparx
Sparx è il videogioco utilizzato in uno studio neozelandese (Università di Auckland) per combattere la depressione; al test si sono sottoposti quasi 200 adolescenti entro i 19 anni con esiti positivi ed incoraggianti per un futuro sviluppo del software, da mettere a disposizione dei medici. Sparx è acronimo di Smart Positive Active Realistic X-factor.

Come funziona
Il videogioco prevede una combinazione di azione e di strategia, e il paziente deve affrontare come nemici le proprie ansie e paure. I risultati sono incoraggianti sui giovani, anche se solo quelli che presentano uno sviluppo lieve della depressione. È lo stesso studio neozelandese, inoltre, a rivelare come la sua efficacia sia pari alla terapia tradizionale, visto che sono stati ottenuti gli stessi esiti su due gruppi di pazienti curati con entrambe le metodologie. Per quanto riguarda le forme più gravi di depressione, gli strumenti classici della psicoterapia restano i più validi, ma Sparx può comunque essere di aiuto.

In conclusione, quella di Sparx potrebbe essere una sorta di rivincita dei videogiochi, che sono spesso visti come diseducativi e pericolosi. In questo caso, invece, sono utili a combattere la depressione.
Questo studio mette in luce, ancora una volta, l’importanza che stanno assumendo i dispositivi elettronici all’interno del paradigma medico, dalle più sofisticate tecnologie chirurgiche allo studio della depressione, alla cura del sonno e di alcune malattie degenerative.

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