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CI HA LASCIATO LA PROFESSORESSA JOLE BALDARO VERDE: NOI "SUOI STUDENTI" IN SESSUOLOGIA LE RENDIAMO GRAZIE

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Pubblicato Giovedì, 14 Giugno 2012 16:40

Scritto da Redazione Centrale

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GENOVA 14 GIU. Ci ha lasciato a 87 anni con una grande eredità scientifica e culturale cui attingere la Professoressa Universitaria genovese Jole Baldaro Verde. È morta ieri Jole Baldaro Verde. Le ultime sue ore le ha vissute a Genova, città in cui abitava da cinquant’anni. E sempre a Genova, domani alle 11.45 nella chiesa di San Rocco di Principe, saranno celebrati i suoi funerali. Era nata a Napoli, e chi l’ha conosciuta mette la sua “napoletanità” fra le prime caratteristiche, intendendola legata a doppio filo al senso di accoglienza e a un incrollabile ottimismo. La sua vita è raccontata da un sorriso dolce e da ventitré pagine di curriculum che riportano centinaia di pubblicazioni in campi lontanissimi: dalla Psicologia dell’Età Evolutiva, alle tecniche psicodiagnostiche, per arrivare poi al vero cuore della sua ricerca, ovvero la scenza della Sessuologia.

Prima pediatra, poi psicologa, poi sessuologa. Una sete di sapere che non finiva mai: due lauree, una in Lettere, una in Medicina e Chirurgia. Apertura mentale, accoglienza, talento naturale per il racconto. E quella curiosità verso le dinamiche e la sostanza dei rapporti umani che le ha consentito di sfiorare, spezzettare e rendere comprensibile la sfera dell’"indicibile".

Un campo da esplorare, all’inizio, quasi da pionieri, più difficile per una donna: eppure così pieno di risvolti e di misteri, di lati oscuri da sondare e da spiegare. La sessualità nelle persone disabili, l’eros degli anziani, la masturbazione dei bambini, l’anatomia di rapporti sbagliati e frustranti. Con quell’attenzione che tutti le riconoscono come vitale, la Professoressa e ricercatrice instancanbiule Jole Baldaro Verde ha esplorato tutti gli ambiti per poter trovare qualcosa di nuovo, illuminanti soluzioni ai problemi.

La ricorda così la psicologa genovese Gianna Schelotto: "Lei nasce come pediatra. La sua sensibilità verso un mondo nuovo l’ha portata a diventare prima psicologa, poi sessuologa". Quello che voleva, rivela oggi in giorno di lutto per Genova...e non solo - ancora la Schelotto, [...]era uscire dagli schemi teorici e programmatici. E a questo non rinunciava mai". La sua città di origine le donava un’inclinazione all’ottimismo. E un’apertura mentale, [...]perfino troppa" - sorride la Schelotto "[....]con quel talento nel parlare, nell’avvolgere le persone in ciò che raccontava. Dove la psicologia ufficiale diceva "no", lei diceva "sì"" - continua la psicologa [...]non metteva limiti. Non so se fosse una cosa buona, ma era così".

Faceva sentire gli studenti che frequentavano le sue conferenze e i suoi seminari "alla pari". Chi scrive ha seguitro nel 1992 i suoi affascinanti corsi e poi si prese sul libretto marroncino degli uiversitari di Lettere e Filosofia un bel 30 e lode...con tanti complimenti per l'interesse alla materia!

Jole aveva 87 ann, ma si portava dietro l’entusiasmo di una ragazzina. Tanta forza da permetterle di presenziare, solo quindici giorni fa, al congresso nazionale della "Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (Fiss) della quale faceva parte. Roberto Todella, presidente del Centro Interdisciplinare per la Ricerca e la Formazione in Sessuologia, era fra i molti intervenuti ad ascoltare la sua relazione sulla sessualità e sulla fertilità dopo i cinquant’anni: "C’è stata per lei una standing ovation" - racconta. Tutti in piedi ad applaudire quella che Todella definisce oggi "[...]una pioniera del femminile moderno", con le sue due lauree, i quattro figli, la carriera universitaria in un campo delicato per una donna. Anche Todella ricorda quanto Jole Baldaro Verde tenesse alle sue origini partenopee: "Ma, dopo cinquant’anni, si sentiva genovese" a tutti gli effetti" - aggiunge.

Provava affetto per quella città che, con i panorami ammalianti che si godono dalle alture di Principe, aveva saputo conquistarla. Parlare di lei vuol dire evocare quella curiosità [...]quel non sentirsi mai sazia di sapere, quel cercare sempre qualcosa di nuovo". E vuol dire ricordare gli incontri del Centro Interdisciplinare che si tenevano nella casa-laboratorio culturale e scientifico di Jole: [...]un punto di ritrovo" - continua Todella, [...]anche per il piacere di stare assieme". Quella gioia della convivialità che rendeva ogni momento speciale. Con i pazienti, con le persone che le chiedevano aiuto, probabilmente era la stessa persona. Non che la prassi della psicologia pretenda questa cultura dell’accoglienza, anzi. Ma quel rompere le procedure, quell’essere così vicina a chi soffriva e a chi le chiedeva aiuto, l’ha resa indimenticabile. Addio Jole e.... un semplice "grazie".

Marcello Di Meglio

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